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Il Nuovo Disordine Mondiale

Ora che, ufficialmente, è cessato il supporto americano all’Ucraina, vorrei provare a capire quali sono le opzioni disponibili insieme a voi.
È chiaro che quando la capacità offensiva ucraina dovesse attenuarsi, i russi potrebbero viceversa intensificare la loro attività bellica per consolidare le posizioni acquisite e, possibilmente, ampliarle per giungere all’inevitabile trattativa con una disponibilità territoriale e strategica di valore più consistente rispetto all’attuale. Questo anche per rinforzare lo spessore di quella che chiameranno sicuramente vittoria, pur avendo perso quantità inusitate di mezzi e di uomini e alla quale sono giunti ignobilmente solo con la spinta degli americani. Sono facile profeta anticipando che, internamente, questo falso storico sarà spacciato senza alcun problema, mentre a livello internazionale, non mancheranno quelli che “ve l’avevamo detto che non era possibile battere i russi”, oppure i sostenitori della “pace” anche se dietro questa innocente parola si nasconde la violenza esercitata da un popolo su un altro.
Per quanto riguarda l’Europa, non è, al momento, in grado di intervenire in maniera decisa al fianco dell’Ucraina. Anche se, militarmente, con grande volontà e determinazione, si potrebbe schierare una forza capace di contrastare i russi, al momento, la vera debolezza è proprio nella volontà e nella determinazione che non possono svilupparsi senza una reale coesione. Questo, senza contare, che gli americani, nello step successivo, potrebbero allentare o rimuovere le sanzioni a mosca, ampliando la capacità polmonare russa, che con nuove risorse economiche disponibili, potrebbe recuperare rapidamente capacità combattiva. Ovviamente, la responsabilità non ricade solo sull’inetta classe politica europea. Anche l’opinione pubblica che è sfuggita all’opera di seduzione messa in atto dalla disinformazione russa per tramite di politici, intellettuali e influencer, a volte così combattiva sui social, non è pronta ad affrontare le conseguenze di un vero scontro militare con la russia. Bisogna guardarsi allo specchio e ammettere che non abbiamo il fisico per sopportare le perdite in guerra e l’eventualità che anche le nostre città diventino obiettivo per l’artiglieria missilistica russa.
Per questo, per ora, le opzioni disponibili sono poche. Iniziare, finché c’è tempo, il percorso politico e tecnico che doti il nostro continente di effettive e credibili capacità di deterrenza. Questo vuol dire uscire dalla logica dell’unanimità a 27, superare i burocratismi della UE e iniziare un discorso più costruttivo con chi ci sta. E poi, conciliarsi definitivamente con l’idea che la NATO non è più un riferimento affidabile. Se pure trump procrastinasse un’uscita ufficiale dall’alleanza e dovesse sottoporsi alla regola dell’avvicendamento democratico alla fine del suo mandato (e ora come ora, giuro, non ci credo), non è detto che il suo successore, repubblicano o democratico che sia, non voglia approfittare del suo lascito strategico liquidando definitivamente un’alleanza legata a un periodo storico superato e a una regione del mondo che non ha più la centralità necessaria per giustificare un impegno così gravoso.
Rimane, come ferita aperta, il destino del popolo ucraino e dei suoi 3 anni di valorosa resistenza. L’Europa potrà continuare a supportarlo, ma credo che trump e putin abbiano puntato su un’azione erosiva interna tesa a provocare un avvicendamento politico a Kiev con un gruppo dirigente più sensibile alle ragioni del duo criminale. Se, come credo, sarà questa l’evoluzione della vicenda, Zelensky è destinato a sparire, speriamo solo politicamente, e la resa dell’Ucraina potrà essere commerciata come volontà popolare democraticamente determinata.
Si chiuderebbe così, nell’ignominia, l’ennesimo capitolo della storia dove la ragione è risorsa esclusiva della forza bruta, con buona pace di secoli di illusioni filosofiche e religiose.

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