Il destino sembra aver incatenato una serie di eventi che stabiliscono con una buona approssimazione il tempo massimo a disposizione dell’occidente per facilitare una soluzione umanitaria, ma nello stesso tempo rispettosa del diritto internazionale, alla questione dell’aggressione russa all’Ucraina.
I presupposti
Tanti, io per primo, avevamo sperato in un esito più favorevole della controffensiva ucraina, i cui obiettivi erano stati sicuramente dilatati da una gestione mediatica troppo entusiastica. Il supporto dell’occidente non è mancato, ma nella solita modalità intermittente che non garantisce la necessaria continuità a un’operazione militare complessa. I risultati ci sono stati, e di grande valore, ma anche se hanno ulteriormente spostato il baricentro nella giusta direzione, non si possono definire risolutivi. Le linee più arretrate dei russi sono ancora operative, l’autunno è iniziato, la brutta stagione favorirà i russi arroccati in difesa e muniti di una apparentemente inesauribile riserva di missili con i quali fiaccare psicologicamente i loro nemici, putin, nonostante tutto è in sella. La guerra continua.
La situazione
In occidente c’è una certa stanchezza ed è ragionevole. Anni di pace e benessere hanno trasferito a molti di noi l’idea che la pace sia un diritto, non una conquista da difendere, e, vedersi coinvolti in quella che appare una questione lontana con tanto di sacrificio economico, crea sicuramente un logorio che viene sfacciatamente utilizzato dai sostenitori di una soluzione suicida per l’Ucraina. Quelli che “se non mandiamo armi, la guerra finisce“. Un po’ come “se non facciamo la chemioterapia, il tumore, prima o poi, non darà più fastidio“.
Si tratta di un ragionamento assurdo, perché tende a delegare al futuro la soluzione di un problema che, prima o poi, si ripresenterà più prossimo, nella convinzione (forse sponsorizzata), che dopo aver mangiato, lo squalo diventa una specie di pesciolino rosso con cui giocare. In realtà si tratta di una convinzione stupida o, semplicemente, funzionale al supporto di una certa parte del mondo. Tutti abbiamo visto cosa è successo in Ucraina, dagli stupri, alle uccisioni di massa, ai saccheggi. Quella non è stata una guerra per la composizione di un assetto strategico, è stata l’invasione rapinosa e omicida di un popolo che ha fame di benessere e non conosce altro metodo per procurarselo.
In tutto questo si innesta la fragilità intrinseca dei sistemi democratici, in special modo quando si paventano elezioni che possono cambiare assetti politici. Da sempre, il populismo ha giocato un ruolo importante in politica, ma oggi è determinante e si nutre del disagio che tutti stiamo vivendo. Gli esiti di elezioni nazionali, europee e americane, possono essere pesantemente influenzati da questa comprensibile visione “a breve” degli elettori e dalla efficacia della propaganda che vede in mosca, pechino, teheran e pyongyang le quattro stelle dell’anti capitalismo. Nazioni in cui si vive assoggettati alla barbarie di regimi disumani, colpevoli delle peggiori cose, ma immacolate agli occhi degli idealisti e vicine al cuore (e al portafoglio) dei propagandisti.
Il futuro
Un eventuale riassetto politico di alcuni paesi europei o una vittoria di forze populiste in Europa, è sicuramente un fattore di destabilizzazione, ma non sarebbe veramente decisivo per gli equilibri militari a est. La gran parte del sostegno alla lotta al fascismo viene dall’asse Washington/Londra. Oggi, come nella seconda guerra mondiale. Una vittoria repubblicana a novembre 2024, favorita da un’eventuale fallimento della politica di sostegno di Biden, quella sì rischia di aprire il vaso di Pandora. L’Europa, infatti, è militarmente inconsistente a meno degli arsenali nucleari francesi che hanno puro valore di deterrenza. I tempi sono chiari: l’attuale presidenza americana deve, per motivi strategici ed elettorali, ottenere risultati consistenti in Ucraina molto prima delle elezioni. Viceversa, si aprirà l’opzione di una successione che rischia di diventare disastrosa per l’Ucraina, ma anche per tutta l’Europa. Auguri a tutti noi.
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103 commenti su “Il Conto alla Rovescia”
Condivido
Condivido e purtroppo da quello che sta succedendo in Europa, gli interessi nazionali vengono prima del bene comune. Stiamo parlando di un continente che per secoli, si è fatto la guerra all’interno. Superare certi retaggi è ora fondamentale per connotarsi per uno Stato unico e indipendente su certe tematiche. Faccio un esempio banale. Quanti produttori di processori di alto livello abbiamo in Europa ? Abbiamo spostato le nostre competenze in terre dove la mano d’opera costava meno e ci siamo adagiati su allori oramai con foglie secche. Siamo ancora in tempo ?
grazie per l’analisi, come sempre puntuale, nubi si addensano all’orizzonte, ma spero ancora ci possa essere una svolta decisiva verso la risoluzione di questo conflitto.
è stato necessario, nostro malgrado, riprendere in mano i libri di storia per dare un contesto a immagini e notizie che per la nostra generazione sono inspiegabili ed inaccettabili…Ovviamente ci sono vari scenari possibili, però mi sembra evidente che saranno le mosse degli Stati Uniti e della Cina ad avere un impatto determinante sui prossimi anni del mondo. per quanto i russi abbiano una determinata pronda vena violenta e guerrafondaia e non gli mancano le armi, sono evidentemente molto lontani dalla capacità strategica, organizzativa e industriale nazista e rimarranno nella loro “storica” zona d’influenza, con quali successi lo vedremo. Ci sono e ci saranno dei vuoti, come in Afghanistan, che gli americani decideranno di lasciare. E questi vuoti saranno riempiti, forse con tanti conflitti locali e con alcuni nuovi Paesi che proveranno ad emergere. tanta instabilità. per noi europei dipenderà in parte da qualità della nostra leaderhip (e al momento non siamo messi benissimo…) ma molto dalla risposta che Trump o Biden, chiunque sia oggettivamente entrambi impresentabili, vorranno dare alla domanda: quanta instabilità è accettabile nella vecchia europa? attendersi saggezza significa essere un pò troppo ottimisti ma, ragionando come se fossimo delle specie di colonie del loro impero, mi sembra abbiano tutto l’interesse e la capacità per tanti anni ancora di difendere i loro “confini”
Grazie Comandante per la riflessione e l’ analisi dettagliata. Pensavo che questa guerra sarebbe finita entro l’estate, e invece…Purtroppo proseguirà e temo peggio, soprattutto per l’Europa.
Con populismi vari, Europa inconsistente -per tanti aspetti- e democrazie fragili, c’è poco da aspettarsi.
Ma cosa possiamo fare? Agire con più sanzioni?
Non sono esperta ma chiedo: perché non sanzionano di più? Chi controlla i meccanismi per le sanzioni? Non si possono sanzionare i vari stati “amici” della Russia che aiutano a bypassare le sanzioni? Ho letto che alcune aziende -anche tedesche- vendono comunque in Russia attraverso stati come UAE, Georgia, Uzbekistan,ecc…Non so se è vero, ma è così facile bypassare le sanzioni? Chi controlla? Quest’Europa è troppo fragile e vacillante. Problemi interni, a Sud, a Est e se poi aggiungiamo anche il problema dell’Armenia, viene totale sconforto. Cosa possiamo fare?
Buongiorno Comandante, purtroppo la situazione mondiale è da anni in progressivo peggioramento.
Si stanno ampliando ovunque gli spazi dell’egoismo, a partire dalla vita economica,all’insegna della massima “mors tua vita mea”.
Nessuno più programma, si ricerca il ritorno immediato in tutto.
Sarà un piacere seguirla anche in questo nuovo spazio.
“Quella non è stata una guerra per la composizione di un assetto strategico, è stata l’invasione rapinosa e omicida di un popolo che ha fame di benessere e non conosce altro metodo per procurarselo”.
È la migliore sintesi che abbia letto fino ad ora sui”motivi della guerra”, tema trattato solitamente senza vere analisi, che non siano puramente ideologiche.
I russi hanno aderito con entusiasmo a questa invasione perché soddisfa la loro fame del benessere occidentale, che non vogliono avere in amicizia, per la consapevolezza dell’eredità di “popolo guida” dell’era sovietica, e “Terza Roma” del passato zarista che ritorna. I russi ricchi godono del benessere occidentale vivendo in Occidente appena possono, i poveri sono talmente miserabili che hanno visto perfino nelle lavatrici saccheggiate in Ukraina la realizzazione dei loro desideri repressi.
Non molleranno la presa facilmente e continueranno a farsi ammazzare.
Le tue analisi sono sempre chiare anche per chi (io per prima) non è così afferato sulle questioni geopolitiche e militari.
Leggerti è sempre per me motivo di arricchimento personale .
Speriamo che questo spazio possa essere luogo di reciproco rispetto e condivisione.
Grazie Comandante
Felice di leggere parole di buonsenso, comandante
Sono molto interessato a questo tema, che penso sia cruciale per il nostro concetto di democrazia e libertà. Mi piace molto la prospettiva delle tue analisi.
Non mi sento di commentare, sulla storia e sulla geopolitica di quei territori so poco o nulla, preferisco leggere e cercare di farmi un’idea.
Apprezzo come sempre le sue lucide, reali e purtroppo a volte amare analisi, comandante, un piacere leggerla.
Grazie.
In sintesi non e’ successo nulla di quanto sperato con l’aggiunta di alcune destabilzzazioni importanti come la questione migranti .Sara’ lunga e , a mio parere, mettera’ alla prova lUE
È possibile
Lucidissimo e totalmente condivisibile!
Grazie.
Condivido lo spirito ed i contenuti del post e allargo il campo della discussione. La guerra in Ucraina è un banco di prova cruciale per la tenuta dell’Occidente ma non è il solo. La Brexit, l’elezione di Trump, i successi elettorali dei populisti erano stati un primo campanello d’allarme. Ma ci sono voluti l’assalto a Capitol Hill, la pandemia e da ultimo l’invasione russa dell’Ucraina per acquisire consapevolezza che in Occidente è in atto un conflitto di portata epocale. Ampi segmenti di opinione pubblica, negli Stati Uniti ed in Europa, manifestano la propria aperta ostilità nei confronti di un modello di sviluppo economico e sociale che sembra aver smarrito parte della propria forza propulsiva e capacità d’attrazione. Tutti i capisaldi di quel modello sono sotto attacco: i diritti civili, il libero mercato, le istituzioni sovranazionali, il primato della scienza. Un vento di reazione spira sempre più forte, mettendo in crisi molte di quelle che sembravano oramai delle certezze acquisite. Dobbiamo esserne consapevoli: il nostro modello di sviluppo non è esente da colpe. L’elenco è lungo. Ma coloro che oggi tentano di sovvertirlo manifestano propositi liberticidi, oscurantisti, intolleranti, autoritari. Agitano, ad arte, lo spettro del Complotto che nel secolo scorso portò al massacro sistematico di milioni di persone innocenti. La simpatia per regimi dittatoriali, che hanno il solo merito di essere antagonisti dell’Occidente, il disprezzo per il primato del metodo scientifico, l’intolleranza nei confronti del diverso sono tutte sinistre facce della stessa medaglia: il tentativo di sovvertire un modello, che con tutti i suoi difetti, ha garantito sino ad oggi il massimo di libertà consentita. Se non si parte da queste consapevolezze, le nostre libertà corrono un rischio mortale. Riflettiamoci bene.
Molto interessante e corretto. Posso farne un post su spazioY?
Certamente ne sarei onorato
Inizio la mia avventura su Y porgendo un caloroso saluto al Comandante e a tutti i membri di questa comunità. Spero vivamente che attraverso questo spazio potremo arricchire la nostra esperienza e crescere sia a livello individuale che collettivo. Un sincero in bocca al lupo a tutti noi.
Caro Comandante, non è facile per me stasera aggiungere qualche riflessione di valore a questo suo scritto e agli ottimi commenti di chi mi ha preceduto. Questo suo post, con l’estrema chiarezza e la consueta lucidità che la contraddistinguono, pone sotto la giusta luce le sfide che l’Ucraina e l’intero Occidente si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi, con l’inverno alle porte e il nemico in netta posizione di vantaggio.
All’orizzonte sta avanzando quella che potrebbe rivelarsi una tempesta perfetta.
Gli Stati Uniti si avviano verso novembre 2024 con sondaggi che non presagiscono nulla di buono (la forchetta è già ampia, ed è destinata secondo me ad allargarsi ancora di più. Magari spiegherò in un altro commento, se ne avrò occasione, i motivi di questa mia convinzione)
A giugno si rinnoverà il Parlamento Europeo e, a meno di clamorosi colpi di scena, potremmo vedere il concretizzarsi di una tendenza già in atto da diversi anni: lo spostamento ancor più a destra – e per destra intendo destra estremista – del baricentro politico del vecchio continente. Penso alla Germania e all’Afd, in ascesa nei sondaggi, che ha designato come capogruppo alle europee il filorusso ultraconservatore Maximilian Krah.
E penso all’evolversi della situazione in Azerbaigian. Sono pronto a scommettere che l’ambiguo e doppiogiochista presidente turco Erdogan getterà la maschera a breve, anche riguardo i rapporti – personali ed economici – che lo legano a putin. E non è detto che i contorni nitidi del suo vero volto ci piaceranno più del volto sfocato che stentiamo a inquadrare oggi.
C’è la questione Taiwan, scomparsa dai radar dell’informazione mainstream. C’è l’Africa, e i suoi mille ordigni pronti ad essere innescati a comando (da russia e cina). Ci sono le elezioni in India, la più grande democrazia del mondo, un gigante dormiente che prudentemente per ora ha deciso di giocare in panchina.
Il conto alla rovescia avanza e non ha la minima intenzione di concedere ulteriore tempo ai ridicoli tentennamenti e ripensamenti delle democrazie occidentali.
Lo sappiamo noi e lo sa bene anche il nemico: in guerra vince quasi sempre chi decide più in fretta e chi ha meno da perdere.
La sua è un’interessante opinione Aldo. Mi permetto di condividerla anche su X.
Come sempre lucidissimo
Grazie
Buonasera, posso solo apprezzare come sempre quanto scritto ma ,essendo un campo a me sconosciuto non posso commentare. Quello che spero,vivamente, è che questo Y mi rimanga visibile sperando in future interessanti interazioni. Intanto un caro saluto
Lo spero anche io🙂
Buonasera Comandante. É un piacere ritrovarla e leggere la sua mirata analisi che, se pur in certi passaggi difficile da accettare, mi trova semplicemente d’accordo. Grazie come sempre
Grazie Alma.
Buonasera comandante condivido in pieno la sua analisi nonché il timore che un eventuale riassetto politico con l’ascesa di forze populiste (ma non solo) in Europa e anche negli Stati Uniti potrebbe inficiare l’appoggio fin qui incondizionato all’Ucraina. Se ciò accadesse non sarebbe solo un dramma per l’Ucraina ma anche una sconfitta per le democrazie occidentali perché le due cose non sono inscindibili. Siamo in un momento storico infido, molto pericoloso, simile a quanto già accaduto e per questo non dovrebbe essere assolutamente sottovalutato. Diamo per scontata la democrazia ma scontata non lo è. Sono ottimista per natura e quindi voglio sperare che chi ci guiderà sarà avveduto e continuerà ad operare affinché non sia minimamente messa in pericolo la nostra democrazia e quindi continui ad appoggiare senza alcun dubbio l’Ucraina.
Speriamo cara Adriana.
Seguirò con molta attenzione
Grazie
Grazie.
Caro Comandante Nebbia, a dispetto del tuo nick, le tue analisi sono sempre lucide e lungimiranti, spero mi sia consentito di continuare a seguirti…
Ma certo. Grazie.
Spero proprio che Biden sia riconfermato, sono nata nella democrazia è vorrei vivere per sempre così, l’idea che i miei figli possano vivere in un contesto diverso mi atterrisce. L’Ucraina è solo l’inizio della esportazione delle autocrazie , feroci , invidiose e criminali , si reggono solo sul terrore che incutono sui loro cittadini, comunità gestite con metodo mafioso , spero solo che le loro comunità prima o poi insorgano e facciamo giustizia di questi dittatori. Purtroppo credo anche che non sarà presto, ma che comunque si possa almeno intravedere un segno di cambiamento. La caduta di Putin sarebbe l’inizio della fine per tutti quei dittatori che a lui si ispirano, la vittoria dell’Ucraina porrebbe un limite insuperabile per tutti loro.
Speriamo nella ragione e nelle buone intenzioni, che pure continuano a esistere.
Sentirglielo dire mi dà tranquillità. Questo mondo mi fa davvero paura. Come si giustifica questa regressione?
Spero sia un viaggio stimolante
Spero
Ci sono grazie
Benvenuto e grazie.
Senza il sostegno degli USA la situazione per gli ucraini si fa difficile ma non impossibile. Può darsi che in futuro a prendere in mano il destino dell’Europa siano i paesi dell’est. Certo, le loro risorse non sono comparabili con il resto dei paesi occidentali ma i paesi baltici, Svezia, Finlandia, Polonia, Romania, insieme rappresentano comunque qualcosa di importante e, soprattutto, sono consapevoli di cosa ci sia in gioco. Hanno motivazioni diverse dalle nostre. In futuro potrebbero rappresentare l’anima combattiva dell’Europa, quella che pur avendo meno esperienza di democrazia forse proprio per questo è disposta a lottare per essa.
Sono scettico, ma spero che lei abbia ragione.
Un livello alto, da analista obiettivo e osservatore competente. Grazie, sarà un piacere leggere.
Grazie a lei.
Analisi “crudamente” realistica, purtroppo. Le 4 capitali, in realtà, potrebbero essere anche più numerose: questo ci insegna che la storia non è necessariamente una marcia trionfale verso il bene. Se vogliamo preservara la nostra civiltà e consentirle di progredire ulteriormente, la difesa delle democrazie occidentali, nelle forme che esse hanno assunto sinora, dovrà diventare un elemento imprescindibile nella nostra agenda politica. E tale difesa dovrà riguardare molteplici aspetti della vita civile: dall’educazione alla libertà di stampa, sino alla difesa delle autorità indipendenti e della produzione industriale. Auguri a tutti noi
Ha ragione. Grazie.
Un compendio di lucidità, come al solito. Bentrovato, comandante!
Bentrovato a lei Marco.
Credo che questi problemi siano stati ampiamente analizzati dai servizi occidentali, soprattutto americani, filtrati alla luce delle enormi capacità di intelligence di cui dispongono e messi a disposizione dell’autorità politica per le decisioni di conseguenza.
Credo e spero che l’attuale politica dell’Occidente sia la più remunerativa per la nostra società e che comunque le decisioni, anche le più drastiche, verranno prese da gente con la testa sulle spalle.
Senza notizie concrete (che non abbiamo, almeno io non ho) difficilmente possiamo trarre conclusioni attendibili.
Speriamo.
Buonasera Comandante…
È un piacere di incontrarla di nuovo!!!
Riguardo al suo articolo, non ci sono possibili obiezioni a quanto scritto…
L’unico personaggio a mio avviso non menzionato ma secondo me con un peso notevole in tutta questa vicenda è la stampa o i media in generale…
Fungono da cassa di risonanza per chi parteggia per una parte o l’altra e per me non sono da sottovalutare ..
In questo mondo di social… fake news… illusioni e pifferai magici, possono spostare equilibri sociali ma soprattutto politici ( voti e quindi governi), soprattutto tra le masse inclini a “credere” senza informazioni concrete e “pilotare” il destino di noi europei (ma non solo!) verso orizzonti molto bui e forieri ( Dio non voglia!!!) di tragedie molto più sanguinarie e/o costose in termini di vite e di modo di vivere…
La mia speranza è che esistano uomini e donne e soprattutto coscienze che , avendo il potere nelle proprie mani, non lo usino solo per il proprio tornaconto, ma pensino più al bene comune…
Pia illusione? Spero di no….
La saluto
Paolo
Il ruolo dei media è, giustamente come dice lei, importante. Ne parlerò in futuri post.
Sottoscrivo quanto sopra detto, in particolare l’attenzione sul rischio Trump. Tuttavia vorrei soffermarmi su un punto, ossia: quanto le nostre analisi e le nostre sensazioni siano condizionate dal contesto italiano. Contesto da un lato poco influente verso l’esterno, dall’ altro molto rumoroso all’interno dei propri confini. Quanto rappresenti una forza centripeta verso la stanchezza, stop alle armi, terza guerrah mondiale aiutoh!! etc nelle nostre opinioni. Forse sbaglio, ma non mi sembra di riscontrare la stessa stanchezza nel mondo anglosassone, per non parlare degli stati più ad est. La stessa america vorrei ricordare tentennò prima di intervenire nella seconda guerra mondiale. Il conflitto sembrava non toccasse casa loro. Poi il brusco risveglio quando la guerra bussò violentemente alla porta. Insomma. Forse che la sensazione di disimpegno sia più un auspicio di qualcuno piuttosto che una realtà? Molti profili filo putin non nascondono la loro speranza nella vittoria di trump. Ma se ben ci si pensa significa dire che i russi sperano negli usa per vincere la guerra. Un bel paradosso/ cortocircuito per chi fino a ieri instancabilmente ripeteva che “tutto procede secondo i piani”. Un caro saluto a tutti.
La sua osservazione è corretta, ma la questione grano con la Polonia è il segnale che, anche lì, qualcosa sta covando. Tenga anche presente che nelle prossime elezioni in Slovacchia è candidato un presidente filoputin. Rischiamo di ritrovarci una seconda Ungheria in Europa.
P.S.
Se a qualcuno viene il dubbio, in merito all’inizio di questa sciagurata guerra, vorrei ricordare che a partire dal novembre 2021, l russi avevano cominciato a disporre truppe in numero fuori dal comune, lungo il confine ucraino, per “esercitazioni militari”.
A gennaio ’22 le foto dai satelliti testimoniavano accumuli di materiale militare fuori da ogni contesto di esercitazioni.
Il mese di febbraio me lo ricorderò tutta la vita.
Anche i miei familiari.
Sembrava impossibile, invece è successo.
Difficile dissentire su ciò che ha scritto, ho solo la speranza , spero , non vana che quando si andrà a votare , prima in Europa e poi negli USA le cose non vadano come sperano in Russia e forse in Cina
Speriamo.
Grazie Comandante.
Leggo le Sue considerazioni, sempre con grande attenzione.
-Sul tema in questione, purtroppo ritengo che questa guerra, basata su falsi presupposti (Ucraina nazista, e come tantissime precedenti, esempi si sprecano), sarà lunga e spaventosa per la sua ferocia.
-VP, e l’accolita di suoi militari, fanno scempio prima di tutto dei loro soldati, e questi, a loro volta, massacrano popolazioni civili in modo raccapricciante.
-L’occidente EU, vissuto in pace dalla fine della WWII, è difficilmente in grado di mobilitarsi in caso di espansione della guerra nei suoi territori.
-I combattimenti in corso vedono un utilizzo molto spinto di tecnologie mai viste prima, che certamente ci vedono in vantaggio. (Droni, visione notturna, etc)
Solo però grazie agli UK & USA, senza la cui tecnologia ((e non basta), i carri russi sarebbero già (di nuovo) a Berlino.
-Una aspetto inquietante è quello dell’infiltrazione mafiosa russa nel tessuto mondiale, a tutti i livelli.
Adesso abbiamo in parlamento una russa nazista sposata ad un guru della guerra tecnologica NATO.
-Russia ha già destabilizzato l’Africa centrale, con i suoi assassini della Wagner..
Peggio di così..
Ha oggettivamente dipinto un quadro desolante Dario.
Leggero’ più tardi. Intanto grazie e buon lavoro.
Complimenti per l’analisi.
Non capisco una cosa: perchè, consapevoli dei vincoli temporali che hai evidenziato, non ci siamo mobilitati con più decisione dall’inizio del conflitto?
L’infondatezza della paura dell’olocausto nucleare mi sembra chiara ormai: ho perso il conto delle “linee rosse” tracciate dai russi, che poi sono state superate senza conseguenze – come era ovvio dall’inizio.
Ci fosse anche un minimo rischio, sarebbe senz’altro minore rispetto a quelli che correremmo se la russia ottenesse qualcosa di somigliante ad una vittoria.
Perchè, allora, non inviamo più armi? Perchè l’addestramento dei piloti non è iniziato il giorno 1, ma dopo mesi?
Una risposta che mi sono dato è che ci sia la volontà di prolungare il conflitto in modo da devastare completamente l’economia russa, impedendole così qualunque azione militare per parecchi decenni. Sarebbe oltremodo cinico, ma quali altre ragioni ci possono essere?
No, credo che nessuno si aspettasse una reazione vera all’Ucraina. Era attesa una disfatta in poche settimane. E, comunque, trovare coesione internazionale è organizzare il supporto logistico, ha richiesto tempo.
Mi piace come scrive e leggerLa
Grazie.
Se si potesse riavvolgere il tempo…no non si può, abbiamo sottovalutato Putin sotto l’ aspetto militare ?
Forse non non abbiamo visto l’elefante nel corridoio (Putin) , l’ intelligence ha perso colpi o era pilotata ? So che questo scempio della guerra Ucraina è anche nostra responsabilità, mantenere alta la guardia quando si tratta di dittatori è un dovere non paranoia .
Comandante come ne usciremo,temo malconci almeno dal punto di vista morale
Possibile sì
Una riflessione lucidissima, il che oggi non è poco. Spero che la legga anche Biden.
l’Europa deve ritrovarsi. L’Europa deve esistere di nuovo.
Grazie.
È sempre scegliendo la strada più semplice
che si và a finire nel precipizio. E così noi italiani ci siamo trovati sul margine in attesa di miglioramenti, e l’ Ucraina che doveva essere aiutata da subito con mezzi più appropriati è ancora in guerra.
Vero.
Ho una domanda per te:
La penetrazione di Putin in occidente ed in particolare in Europa stava andando molto bene. Non solo in Italia partiti apertamente filorussi aumentavano i consensi. Solo come esempio Le Pen aveva una foto con lui nei manifesti elettorali per la corsa all’Eliseo (poster ritirati appena in tempo).
Perché tutta quella strada nel grey warfare , che stava dando molti frutti, è stata gettata alle ortiche con un’operazione tradizionale che ha costretto anche i più sconsiderati sostenitori nostrani alla marcia indietro?
Io continuo a chiedermelo. Ho pensato fosse dovuto alla presunta malattia terminale del dittatore, che però pare evidente sia stata “ampiamente sopravvalutata”. La cosa mi intriga parecchio.
Caro Pierandrea, è una bella domanda. Molti di noi, te compreso probabilmente, non hanno creduto allo scoppio di una guerra di questo tipo nel cuore dell’Europa, fino a poche ore prima dell’inizio delle ostilità. C’è pure chi ci ha scritto degli editoriali che passeranno alla storia.
Immagino che sia stato un mix di sopravvalutazione dei propri mezzi e sottovalutazione della risposta ucraina e della compattezza dell’occidente. putin forse si è rifatto alla vicenda della Crimea del 2014, che è andata liscia come l’olio in una regione strategicamente molto importante che consente il controllo del Mar Nero. A questo si è aggiunta l’incapacità di valutare mezzi, preparazione e motivazione delle forze armate russe. Tutti sbagliano, prima o poi. Ha sbagliato anche lui.
Non potrebbe essere che, sbagliando, la Russia credesse che il lavoro “grigio” avesse ottenuto risultati sufficienti e che zelensky avrebbe accettato il “passaggio”?
Credo proprio che sia vero . Ha sbagliato su Zelensky specialmente, sugli ucraini e sugli occidentali.
Siamo al Conto alla rovescia su ogni fronte ormai. La tua analisi è sempre completa e lucida ed è assai preziosa, per farsi un’idea corretta della situazione, anche la lettura dei commenti che ne seguono. Felice di poter entrare anche io in questo SpazioY assolutamente vincente!
Complimenti Comandante!
Grazie.
La sensazione di essere sulla soglia di un futuro di cui chi verrà dopo dirà : “come hanno fatto a non accorgersi, a non capire”
Vero
Analisi molto realistica,per quanto dolorosa
Grazie.
Non si può che concordare con quello che scrivi, caro Comandante. Tuttavia io, che sono per natura ottimista, vedo anche cose positive in questa guerra: ci ha insegnato a riscoprire il coraggio, l’ingegno e la caparbietà di un popolo che lotta per la libertà e per entrare a far parte dell’Europa a pieno titolo. Io ho fiducia che riuscirà, che vincerà alla fine, e che riuscirà a fare migliori anche noi.
Sarebbe bello
Si. 👍🏻💪❤️
Speriamo
Riuscire a vedere gli eventi senza illusorio ottimismo dovrebbe aumentare consapevolezza e consenso in difesa della nostra fragile democrazia.
Vero.
Egregio Comandante,
sono tempi strani, ma non nuovi. Il plot è quello dei primi decenni del ‘900. Sono strani questi tempi perchè appunto troppo aderenti a quei decenni che precedettero la seconda Guerra Mondiale. Compresa l’ambiguità del Papa, allora Pio XII.
Ripenso in questo momento a due film recenti. Il primo su Churcill (L’ora più buia) e la sua telefonata a Roosvelt chiedendo armi e aiuti https://www.youtube.com/watch?v=Wo4U1SqnRpA
Il secondo ancora più recente è Oppenheimer, la scena in cui il presidente Truman dice ai suoi collaboratori «Non fatemi mai più incontrare questo piagnone» riferendosi ad un Oppenheimer “pentito”.
Avere paura è legittimo, appartiene ai nostri cuori, e anime ma dimostrare paura e prendere decisioni in base alla paura può essere una condanna alla sottomisione dei nostri figli ed è per questo che non senza dolore dico capisco Truman e disprezzo il Roosvelt di quella telefonata.
Grazie del suo impegno
Cordiali saluti
Spiantzu Ji lang
anonimo per necessità
Grazie a lei per i suoi spunti.
Analisi condivisibile.
Speriamo che, in qualunque modo termini la vile aggressione ruZZa, il tracollo economico in quella nazione continui fino alla esasperazione dei propri sudditi, che a quel punto potrebbero ribellarsi.
Speriamo.
La liberazione dei paesi del patto di Varsavia non è passato da una sconfitta militare, ma da un tracollo politico ed economico.
La mia sensazione è che anche in questo caso solo il tracollo politico ed economico della Russia possa portare ad una pace.
Dal mio punto di vista penso che l’epoca del benessere e della tranquillità sia finito. Le risorse sono poche, la ricchezza si è spostata e ci sono stati che non si accontentano più della briciole, vogliono tutto il panino. Siccome noi pensiamo che tutto sommato combattere per il panino non vale la pena, perché il nostro frigo è pieno, temo che ci accorgeremo di aver finito le scorte quando ormai sarà troppo tardi. Non possiamo vincere contro paesi che non devono dare risposte ai loro cittadini, ma regolano qualsiasi tumulto interno con la violenza. Non abbiamo più il nerbo per farlo. Ci rimaneva la superiorità tecnologica, che è quella che nella storia ha sempre mantenuto in piedi gli imperi. Ma mi sembra che anche quella sia ormai in discussione.
Caro Sasà, non so se ci sono i tempi per attendere il crollo economico della russia. Come ho scritto, ci sono scadenze a breve che rischiano di tagliare la testa al toro.
Per la questione materie prime, sai che lo penso da tempo e sono completamente d’accordo con te.
Completamente d’accordo
Grazie.
Articolo lineare preciso anche per i non sedetti al lavoro .Ti accompagna passo per passo senza imporre la propria visione che per altro condivido al 100%Ho apprezzato moltissimo .Grazie
A lei.
Se non ne usciamo da vincitori, anche se non so ancora cosa voglia dire in questo caso, gli effetti negativi a lungo termine saranno disastrosi non per l’UE o per gli Stati Uniti, ma per il concetto stesso di democrazia.
Una volta finita la guerra, non dovrà esserci dubbio sul fatto che non si possono invadere i propri vicini senza che la NATO ti punisca severamente.
Giusto. La guerra non è un sistema per risolvere dispute di confine.
Purtroppo i russi si sono troppo radicalizzati sul territorio meridionale ucraino che scacciarli diventerà un insormontabile problema, con l’arrivo dell’inverno. Purtroppo per Zelensky, e anche per noi che in maniera naturale ci siamo posti dalla parte del più debole e dell’aggredito, la prepotenza l’arroganza e la tracontanza avranno la meglio sulla speranza, la giustizia e l’identità comunitaria che ci lega come nazione. Alla fine, nonostante gli sforzi, la paura collettiva è che non si arrivi a nulla se non a ammettere uno status quo e consentire una mutilazione del territorio metropolitano ucraino. L’Europa, intesa come UE sarà inevitabilmente la grande sconfitta dopo Kiev. E questo avrà ripercussioni disastrose nell’ ambito della comunità.
Un’analisi molto seria e approfondita.
Avrei preferito un testo più conciso per una lettura più veloce. Non intendo porre limiti. Va bene così. Complimenti.
Credo che per quello ci sia X
Lei è molto pessimista. Il che vuol dire che, probabilmente, prima o poi avrà ragione