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Ma il Taser è Veramente Inoffensivo?

Lessi un articolo anni fa che mi portò ad approfondire la questione per pura curiosità. Nessuna esperienza personale su cui basarmi, dunque, ma solo una mia opinione, tra l’altro parzialmente qualificata, e alcuni dati che potrebbero arricchire la discussione. Se non sbaglio, Comandante, aveva già scritto una sua riflessione in merito.

Comincerei con qualche dato. Il taser è usato in 107 paesi del mondo e si stima venga impiegato mediamente circa 900 volte al giorno dalle Forze dell’Ordine che lo hanno in dotazione. Nel 2007 la sezione dell’ONU che si occupa di torture e maltrattamenti inumani e degradanti, ha equiparato l’utilizzo del taser a una pratica di tortura, evidenziando i potenziali rischi per persone con problemi di salute o sotto effetto di sostanze stupefacenti, e sconsigliandone – senza vietarlo – l’uso per operazioni di ordine pubblico. Negli Stati Uniti, dove il taser è in uso da circa 20 anni, i decessi direttamente o indirettamente attribuibili al suo utilizzo sono stati oltre 1000. Nel 91% dei casi le vittime erano disarmate.

C’è poi uno studio, firmato Cambridge University, che evidenzia come l’uso della pistola elettrica abbia aumentato (quasi raddoppiato) il rischio che la polizia ricorra alla violenza e che gli agenti vengano aggrediti. Ed è su questo punto che a mio giudizio bisognerebbe ragionare: il taser è uno strumento che favorisce la de-esclation della violenza in situazioni critiche? Secondo me no. E provo a spiegare il perché.

Come accennava il Comandante, il taser troppo spesso e con troppa leggerezza viene classificato come less-lethal weapon, nonostante, come dimostrato, i casi di esito letale non siano affatto trascurabili. Mentre, dopo un adeguato addestramento, potrebbe essere “semplice” seguire un protocollo di utilizzo (avvertimento di detenzione dell’arma, estrazione, minaccia di utilizzo, puntamento ecc…), lo stesso non si può dire per la capacità dell’agente di riconoscere – in situazioni di tensione e nervosismo – se la persona che si trova di fronte sia un soggetto a rischio mortalità (problemi cardiaci, pacemaker, tossicodipendenza, gravidanza ecc…). Il punto è: se la dotazione di un agente è, in ordine crescente di pericolosità, manganello, taser, pistola, e l’agente valuta l’uso del manganello (o il combattimento corpo corpo) insufficiente allo scopo o inattuabile, a causa della distanza dello scontro, e l’uso di un’arma da fuoco ingiustificata, non sarà più semplice (e semplicistico) per lui ricorrere all’uso del taser?

È questo che lo studio della Cambridge University dimostra: l’agente col taser è spinto al suo utilizzo se ha la convinzione che si tratti di una ragionevole via di mezzo tra l’inefficace manganello e lo sproporzionato utilizzo di un’arma da fuoco. In parole povere: detenere un taser in molti casi porta a un’escalation della violenza da parte delle FFOO, erroneamente convinte che l’arma di cui dispongono difficilmente possa causare morte o danni permanenti verso il soggetto.Poi esiste anche un report che vuol dimostrare come le probabilità di esito letale in caso di utilizzo del taser siano bassissime e si aggirino intorno allo 0,25% (1 persona su 400), ma è uno studio firmato dalla Axon, la casa produttrice della maggior parte dei taser in dotazione alle FFOO, quindi direi che è trascurabile, considerando le numerose variabili in gioco, le condizioni di salute di chi riceve il colpo e non ultimo l’amperaggio utilizzato (regolabile anche nei modelli X2, della Axon, in dotazione alle FFOO in Italia).

Concordo sulla necessità di maggiore addestramento al combattimento corpo a corpo, ma vorrei porre l’accento sull’urgenza di un addestramento psicologico delle FFOO, finalizzato alla mitigazione e maggior controllo della brutality delle FFOO. Non dico nulla di nuovo affermando che molti incidenti, non solo mortali, con protagonisti agenti di polizia, siano dovuti all’incapacità di leggere correttamente la situazione di pericolo e dal ricorso eccessivo alla violenza, spesso anche su soggetti deboli. È questo il vero punto della questione, perché non è certo l’arma che uccide, ma chi la utilizza.

E collegandomi a quest’ultima affermazione, c’è un ultimo punto che vorrei sottolineare: il livello di addestramento specifico all’uso delle armi. Diamo per scontato che un agente che detiene un’arma la sappia usare, ma non è sempre così. C’è un breve aneddoto che vorrei raccontare, prima di concludere. Piccola premessa: so che l’aneddoto narra di un reato, ma chiedo a chi legge di non soffermarsi su questo dettaglio. Per favore:)

Molti anni fa un mio caro amico che opera nelle FFOO mi chiama e mi dice: “Aldo, ho rimediato di straforo 20 colpi di pistola. Ti va di andare in un posto isolato a sparare?” Accettai. Avevo già sparato con il fucile durante il servizio militare (con un FAL di non so quale era geologica, Comandante:), tra l’altro con risultati molto buoni, ma mai con una pistola. Fu il mio amico, addestrato e con arma in dotazione, a spiegarmi come posizionare delle mani sul calcio, come dosare la pressione del dito sul grilletto senza deviare la traiettoria di puntamento e come regolare la respirazione in fase di esecuzione del colpo. Disegnammo un grosso cerchio di circa un metro di diametro sul vecchio portone di legno del suo casale abbandonato e ci posizionammo a una distanza di circa 12/15 metri dal bersaglio, che alcuni possono pensare siano pochi, ma assicuro che non è così. Sparammo 10 colpi ciascuno. Risultato: io andai a segno 6 volte, 2 miei colpi finirono fuori bersaglio e altri 2 non colpirono nemmeno il portone. Lui centrò il bersaglio una sola volta, 5 colpi andarono a finire sul portone e 4 totalmente fuori.

Ecco, la domanda è (anche) questa: che livello di addestramento all’utilizzo di armi letali e non letali hanno gli agenti che si occupano di pubblica sicurezza?

La distanza ideale di un colpo da taser va dai 3 agli 8 metri, bisogna stare molto attenti a non colpire al torace, agli occhi, alla testa, bisogna saper calibrare il tempo di scarica attraverso la pressione più o meno prolungata del grilletto ecc… Per legge, poi, il taser non può essere utilizzato per arrestare la fuga del criminale, o se il soggetto si trova di spalle ecc, ecc, ecc.. Chi ha in mano questi strumenti ha ricevuto un addestramento adeguato al loro corretto utilizzo?

Concludo ringraziando per l’interesse e l’attenzione, ricordando che i dati sulla sperimentazione del taser nei Paesi Bassi (2017) hanno fatto emergere che in più della metà dei casi l’arma è stata utilizzata su soggetti già immobilizzati e ammanettati. Torneremo sull’argomento, come scriveva il Comandante, quando saremo travolti da una nuova ondata d’indignazione social scatenata da una tragedia dovuta all’uso improprio della pistola elettrica.

Immagine originale spazioY elaborata via AI Dall-e

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