Iniziamo con una premessa. Su questa faccenda io non sono neutrale. È meglio dirlo subito, senza compromessi o tentativi di fare il super partes. In generale, non sono neutrale su nulla, alla fine prendo sempre una posizione. Quasi sempre è frutto di un ragionamento, ma in questo caso, la componente sentimentale, pur non prevalendo su quella razionale, è consistente, Per cui, non prendete per oro colato quello che leggerete, per quanto, vi giuro, mi sono impegnato a rimanere attaccato alla mia parte razionale.
Iniziamo con un fatto. Fra Israele e Hamas non esistono margini di negoziato. Per come stanno messe le cose e, a meno di interventi soprannaturali, questa frizione è destinata a scaricarsi sul piano militare fino alle estreme conseguenze. Le motivazioni risiedono nelle radici storiche del conflitto, ormai così antiche da essere diventate illeggibili e impossibili da catalogare. La colonizzazione di Israele, il terrorismo di Hamas, gli interessi degli stati confinanti, l’odio di una parte del mondo per gli ebrei, la necessità di contenere la jihad, che pure cova sotto la cenere mentre la guerra a est divampa. L’unica cosa certa che si può dire è che, se pure qualcuno ha avuto ragione per qualche momento della storia in questa faccenda, ora è plateale che tutti hanno torto.
Israele è una piccola nazione. Meno di dieci milioni di abitanti, con un PIL di circa 500 miliardi di dollari, contro gli oltre 2000 dell’Italia, i 1800 della russia, i 4500 tedeschi e i 23000 degli USA. Ci sono, ovviamente, i finanziamenti che giungono da ogni parte del mondo, ma per quanto consistenti, non sono decisivi. Eppure, l’impegno bellico che le è richiesto nella regione è, in proporzione, pari a quello di una superpotenza planetaria. Ciò, oltre a influenzare l’economia del paese che, nonostante tutto, funziona, ha anche obbligato la nazione a una militarizzazione della società che solo chi conosce il paese può apprezzare nella sua profondità.
Ciò nonostante, se Israele ha ancora un’identità nazionale, ciò non è dovuto esclusivamente alla qualità delle sue forze armate o all’efficienza dei suoi servizi segreti che, nello specifico di questi accadimenti, hanno molte spiegazioni da dare, ma a una compattezza sulle motivazioni della resistenza che ha sia aspetti relativi all’istinto di conservazione, sia a un forte retroterra religioso che ha il suo peso.
Vivere in un clima di assedio, per decenni, logora e comporta reazioni spropositate e inadeguate. È da tempo che l’azione militare israeliana e la politica di colonizzazione dei territori hanno abbandonato il carattere difensivo/preventivo per assumere una connotazione aggressiva sotto l’impulso delle frange più estremiste della popolazione. Israele è una democrazia e abbiamo imparato a nostre spese cosa questo voglia veramente dire. Se in un paese si crea un fronte che reagisce alle temperie affidandosi alla reazione violenta e all’irrazionalità, questa, sfruttando anche la leva dei social, si allarga fino al punto di conquistare le menti più deboli e quelle più esposte alla paura del futuro. Questo trend, in atto in tutto l’Occidente, trova tragica applicazione nei sussulti balbettanti e divisivi della politica israeliana che hanno portato a una frammentazione della coesione interna e a un indebolimento della capacità difensiva del paese.
Hamas, dal canto suo, esiste solo ed esclusivamente come opponente terroristico a Israele. I suoi componenti non perseguono un obiettivo politico, ma uno religioso: la distruzione dello stato di Israele e il massacro degli ebrei. Se una tesi politica può essere discussa e mediata, l’oltranzismo religioso non ammette repliche, può essere solo confinato con la forza. Anche Hamas, come l’attuale esecutivo israeliano, è la risposta lato palestinese ad anni e anni di sopraffazione e ingiustizia. Ora Hamas, rimane al potere solo se, periodicamente, rivendica il suo ruolo con la violenza. E le immagini che tutti state vedendo ne sono la dimostrazione. Quella di Hamas non è guerra, ma la versione più sanguinosa e incontenibile dell’estremismo religioso declinata nell’aggressivo controllo del territorio esercitato con criminale sapienza.
L’operazione in corso gode sicuramente dell’appoggio di potenze straniere. Le stesse che, nel nome della creazione di una governance alternativa del mondo, in realtà perseguono il caos dell’Occidente. La russia per motivi di rapina, l’Iran per estremismo religioso, tutti gli altri nella speranza di veder cadere Israele e impossessarsi di terra, impianti produttivi, centrali e risorse.
Questo, però, non accadrà. L’esito di questo scontro è scontato. L’unica incertezza e fin dove arriverà la spada a colpire e quante saranno le vittime. Come è scontato che il tempo della pace è stato lungo, abbiamo vissuto bene e con grandi sogni per diverse generazioni. Ora è finita e niente è più scontato. Nel corso del 2024 ci attendono scadenze ed eventi fondamentali. E se gli anni scorsi sono stati difficili, quelli che si paventano richiederanno coraggio, nervi saldi, intelligenza e spirito combattivo.
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120 commenti su “Israele e Hamas, una Guerra Senza Speranza”
Grazie per averti ritrovato
Diversamente dall’autore mi proclami neutrale perché vorrei nel 2023 la nostra società avesse raggiunto quel livello di civiltà tale da aver eradicato la risoluzione violenta delle tensioni internazionali. Ma chi ama la guerra odia la civiltà e la democrazia, che oramai ahinoi se non è già morta giace agonizzante. Oggi le carte le hanno in mano quelli che amano i conflitti e si nutrono di instabilità a danno dei popoli ai quali hanno tutto interesse a sottrarre potere e lo scopo è autoalimentarsi per mantenere tutto come è, una continua crisi per tenere saldo il controllo e forti i pugni contro gli inermi
Come il Comandante, non sono neutrale. Ho chiarissima la parte con cui sarò schierato in caso di scelta, che prima o poi potrà avvenire. Veniamo al punto: Hamas ha pianificato un attacco anomalo che è stato un successo. Sapeva però che la reazione sarebbe stata durissima, senza quartiere. Mi chiedo perché? In questo momento è Hamas a dare le carte, e questo è evidente: qual è allora il piano? Coinvolgere altri paesi vicini e lontani da Israele in un conflitto aperto? Turchia (parte della Nato) e Iran? Siria (Russia)? Quali sono i reali obiettivi di questa azione?
l’azione di Hamas è apparentemente kamikaze. hanno portato ostaggi (bambini) a Gaza e finché li terranno ben nascosti potranno evitare bombardamenti a tappeto; l’esercito israeliano dovrà entrare a cercarli facendo una carneficina o li dovrà scambiare. in ogni caso presto o tardi vorranno una sanguinosa vendetta. il dubbio è: dobbiamo aspettarci l’intervento diretto di forze straniere a presidio dei territori palestinesi? se non interverrà nessuno, l’azione di Hamas avrà condannato a morte l’intera popolazione palestinese. a voi sembra uno scenario plausibile?
Bella domanda ed anche molto inquietante.
Il punto più importante, credo, che Lei ha sottolineato molto bene, è che è in pieno svolgimento la costruzione di un nuovo equilibrio mondiale (non lo ho chiamato “ordine” per non provocare interpretazioni fuorvianti). Le cause sono diverse, gli esiti, credo, assolutamente difficili da prevedere. Quello di cui possiamo stare certi è che tanti soggetti ci si infileranno per trarre qualche vantaggio, anche molto piccolo e di breve durata. E ci aspetta, come ha sottolineato chiaramente, un periodo dove far prevalere equilibrio, raziocinio e nervi saldi. Non sarà facile.
Guardo i filmati di Hamas su come hanno superato il muro e – pur conscio che siano filmati fatti apposta – rimango comunque basito: utilizzare un paraglider in quel modo (mediamente due persone per ciascuno, entrambe armate) richidede un certo grado di addestramento fatto di diverse settimane e soprattutto in luoghi lontani. Quindi come è possibile che nessuno non abbia avuto alcun segnale? Non fosse altro per l’arrivo a Gaza degli stessi paraglider (ne ho visto parecchi). I missili se li sono sempre fatti in casa: benché molti – troppi a questo giro – è una conferma di abilità, non una svolta.
Dalle alle dichiarazioni dei massimi vertici iraniani, precedenti al 7 ottobre, e dalle successive rivendicazioni di hamas, emerge il chiaro coinvolgimento dell’Iran nell’attacco terroristico in Israele. Così come emerge chiara e cristallina la strumentalizzazione di hamas da parte del regime di Teheran, che ha come obiettivo l’annientamento dello stato di Israele, il boicottaggio degli accordi di pace tra Israele e Arabia Saudita, e non certo la difesa della causa palestinese.
Questa lettura degli eventi dovrebbe essere già sufficiente per comprendere che gli attacchi terroristici non possono essere qualificati né come operazioni militari né come un atto di resistenza armata con l’obiettivo di liberare il popolo palestinese e la Striscia di Gaza dall’oppressione israeliana. Sono atti criminali rivolti verso civili innocenti, aggravati dalla brutalità con cui sono stati commessi.
E per chiarire anche con i tifosi da stadio, che strumentalizzano e banalizzano la condanna di atti di tale violenza – annacquandoli nel putridume ideologico in cui piace sempre sguazzare – e che azzardano assurdi paralleli con l’aggressione russa in ucraina, vorrei dire questo: se domani un gruppo terroristico ucraino entrasse in territorio russo per stuprare, umiliare, ammazzare, decapitare, rapire famiglie di civili innocenti prelevandole dalle proprie case, o si mettesse a fare il tiro al bersaglio con il mitra per falciare indiscriminatamente la vita di decine, centinaia di giovani riuniti per un concerto, beh state pur certi che l’indignazione e la condanna di tali atti sarebbe la medesima. Un conto è far scoppiare un deposito di munizioni o attaccare una postazione di comando nemico, altro conto è trucidare i civili innocenti. Chiaro?
È assurdo solo pensare che l’atroce azione compiuta da hamas, sostenuta direttamente dall’Iran e indirettamente da chissà chi altri, sia un atto in favore della causa del popolo palestinese, causa che, per inciso, sostengo. Il popolo palestinese è ancora una volta vittima inconsapevole dei giochi di potere di altri attori interessati a disseminare caos e paura nella regione. Nei prossimi giorni assisteremo a qualcosa di orribile e comprenderemo, spero, quali terribili conseguenze avrà comportato questa scellerata azione di hamas per il popolo di Gaza.
Esatto. Diciamolo chiaro: ad Hamas e Teheran non interessa difendere i palestinesi. E’ una guerra di potere economico-commerciale, di dominio territoriale e controllo delle risorse. Da una parte Iran, Cina, Russia, loro paesi amici -arabi e altrove-, dall’altra il mondo ebraico, occidentale appoggiato da alcuni paesi arabi.
Mi stupisce però che sia Ifd che intelligence americana non si siano accorti prima e in tempo di quello che Hamas stava preparando. Incredibile.
Non capisco molto, ma chiedo per capire: con tutte le sanzioni che ci sono per l’Iran, Russia, Nord Corea, come fanno a costruire/comprare/trafficare armi? Non c’è nessuno che controlla? Scusate, per le domande un po’ naif.
Ciao Silvia, certamente l’atto terroristico compiuto da hamas ha richiesto tempo per essere messo a punto. Stupisce anche me che i servizi israeliani siano stati colti di sorpresa. Con questo netanyahu dovrà fare i conti e stai pur sicura che gli israeliani non gliela perdoneranno.
Per quanto riguarda le sanzioni, beh quelle riguardano rapporti commerciali bilaterali. Non puoi vendere impedire alla russia di produrre il proprio arsenale, al limite puoi sancire il divieto ad alcuni paesi di vendere armi direttamente alla russia. Ma che succede se le armi – o qualsiasi altro bene sotto sanzione – passano per mani terze? Ergo: vendo armi all’Algeria in cambio di gas, l’Algeria le rivende al Kazakistan, i trafficanti le fanno arrivare in russia. E le sanzioni vanno a farsi benedire. Non sono un esperto, e ovviamente è un esempio del tutto campato in aria, ma penso possa rendere l’idea.
Non sono esperto di politica e della questione arabo israeliana nei dettagli. Ho 51 anni e da che ho ricordo, ricordo questa zona del mondo come continuo teatro di conflitti, attentati. Ci sono due cose sostanzialmente che mi chiedo ora. La prima, se l’occidente non abbia la “colpa” di non aver fermato gli insediamenti israeliani in territorio palestinese? La seconda, visto che ora su stessa dichiarazione di Hamas, sinsa che l’Iran ha sostenuto questo attacco, é lecito pensare che Israele stavolta possa passare ad un vero e proprio attacco massicio a Teheran? Forse mi sbaglio, ma mi pare che a differenza dei russi che ogni tanto evocano il deterrente nucleare per alzare i toni, gli israeliani siano tipi che evocano poco ma capaci di passare ad un attacco serio se messi alle corde.
Si infiammeranno a breve anche i Balcani????
Senza libertà non può esserci giustizia, se non è chiaro questo passaggio ogni discorso è vano e si riduce a polemica prima e violenza poi. È il motivo per cui i ragazzi iraniani si fanno ammazzare, mutilare ed incarcerare e per cui Ucraini resistono.
Cercano la libertà.
Il punto, per quel poco che sono riuscito a capire è la crescente difficoltà a riconoscere una democrazia rispetto ad un sanguinario regime autoritario. Dietro c’è un fantasma consistente e molto pericoloso.
Dar per scontata la libertà
Il discorso viene spostato sul concetto di giustizia e qui si fa spesso inestricabile, come nel conflitto israelo palestinese. Cosa è giusto e cosa non è giusto? Cercando appigli e giustificazioni reciproche. Ma come può esserci giustizia senza libertà e senza democrazia?
La custodia e la trasmissione del “fuoco sacro” che chiamiamo libertà e della democrazia ci sta sfuggendo di mano sia per minacce interne che esterne. La violenza, come nella presa di Capitol Hill od ora sulle donne fatte prigioniere da Hamas mostra dove siamo diretti.
Nel caos.
Il caos è anzitutto in occidente e trova fertile terreno là dove libertà e democrazia non sono riconosciute come valori da chi ha entrambe a disposizione.
Si mina così la coesione interna, spalancando le porte a chi ha fatto di democrazia e libertà nemici da abbattere.
L’atavico conflitto tra Arabi e israeliani ha radici lontane e, come hai ben specificato, si basa su due concezioni diversissime tra loro: il diritto di esistere e quello di combattere l’anomala eresia religiosa. Sinceramente per quanto possa capire le ragioni di Hamas, non trovo niente di positivo nella zanzara che attacca l’elefante, specie se quest’ultimo è massicciamente incazzato. E difatti la tragedia sta tutta lì, in un escalation che sarà sproporzionato rispetto al raid.
È la guerra, bellezza! E se getti merda, devi essere consapevole di ricevere letame
A me preoccupano molto le piazze in festa in Turchia e in Iran. C’era da aspettarselo, ma gli slogan urlati a Istanbul, “Mandate i soldati turchi a Gaza”, sono un ulteriore campanello d’allarme per l’imminente futuro.
Akismet la manda sempre in moderazione. Credo che sia perché ha scritto commenti lunghi che al software anti spam risultano sospetti.
Io e Akismet abbiamo un brutto rapporto, non mi ha ancora inquadrato. Mi dispiace che l’inconveniente le porti via tempo.
Vedo se è possibile definire una White list.
Come al solito bravissimo. Una ottima descrizione dello stato attuale delle cose è relativa interpretazione. Forse avresti potuto giusto aggiungere un po’ di dati di contesto storico su come è voluto il conflitto nel tempo, cause e concause. Grazie molte per il tuo lavoro
La parola magica è proprio questa :”lavoro”. Io non sono giornalista, non guadagno nulla dai miei post, anzi ci rimetto per mantenere questo sito e per il tempo che ci dedico.
Cerco di fare quello che posso nel tempo che metto a disposizione. La prossima volta farò meglio. Grazie.
“L’operazione in corso gode sicuramente dell’appoggio di potenze straniere. Le stesse che, nel nome della creazione di una governance alternativa del mondo, in realtà perseguono il caos dell’Occidente”
Sono della stessa idea….penso che anche noi (occidentali) siamo sotto attacco, ma nessuno lo ammette apertamente….sono d’accordo, non ci attendono tempi pacifici….il medio oriente è la pentola a pressione la cui valvola è stata aperta. Ne usciranno mostri…
A dire il vero, Marta, sono già usciti. Il guaio è che a molti di noi piacciono.
Il mio intento è iscrivermi
È già inscritta ora.
Sempre molto lucido e a mio avviso, sarà perché sono di parte anche io, molto equilibrato. Sono stata in Israele due volte e mi ritrovo nella descrizione. Le spaccature politiche in atto hanno certamente indebolito, c’era da aspettarsi che qualcuno avrebbe cercato di approfittarne
Grazie.
Ieri avrei voluto approfondire le mie conoscenze su questo argomento partendo senza pregiudizi, da due domande:
• È giusto identificare Hamas con la Palestina e con i palestinesi? •Tecnicamente tra Palestina e Israele chi è l’Oppresso e chi l’Oppressore?
Poi ho visto alcuni video che circolavano in rete e voler dare una risposta a queste domande mi è sembrato non avesse più senso.
Comunque Hamas ha vinto le elezioni. Quindi, almeno giuridicamente, rappresenta i palestinesi.
Sulla questione oppresso oppressore non mi pronuncio. La vicenda è storicamente complessa, ci sono state proposte israeliane di mediazione sempre rifiutate per diversi motivi. In quella parte del mondo, tanti vogliono la cancellazione dello stato di Israele e il massacro degli ebrei. E questo è.
Comandante, un commento sull’operato dei servizi ? Qua si sono persi una grossa trave nell’occhio
A prima vista sì, ma sicuramente potremo fare valutazioni più pertinenti quando gli antefatti saranno più chiari.
Resta inspiegabile l’inefficenza di Mossad e Shin Bet: qui non si parla di errata interpretazione di eventi da parte dei servizi di prevenzione ma di completo disinteresse. Nethanyahu, almeno per un periodo, coalizzerà attorno a se, idee di giustizia (e vendetta) delle persone dando così sostegno alla sua politica che è e rimarrà distruttiva, visibilmente orientata verso il proprio “particulare”. Da un lato abbiamo assassini, dall’altro c’è chi si sfrega le mani ed una prevenzione – forse – non avrebbe fatto gioco. Almeno secondo me.
Mi sembra che lei voglia ventilate un’ipotesi che, sinceramente, non solo trovo veramente improbabile, ma anche poco sostenibile. In questo momento, in Israele, il governo in carica è sotto accusa per non essere riuscito a prevenire e a fronteggiare l’attacco. Ne ricavera solo impopolarita.
Ci sono articoli durissimi stamattina su Haaretz
A me sembra un analisi ragionata e imparziale, tutt’altro che schierata.
Condivido il fatto che gli atavici atriti non sono e non saranno mai appianabili se non con la completa assoggettazione di una delle parti
Grazie.
Caro Comandante,
condivido totalmente.
Sappiamo come finirà e sappiamo che quella fine contribuirà a scatenare il prossimo attacco di Hamas…
Un meccanismo diabolico: ogni volta che scatta, genera la forza per ricaricare la molla.
A meno che in Israele prevalga, un giorno, un’intelligenza mai vista fino ad ora, che finalmente comprenda che solo migliori condizioni di vita per i palestinesi potranno garantire migliori condizioni di vita per gli israeliani.
Questa sorta di circolo virtuoso che lei auspica ha pochi e radi precedenti nella storia umana, mentre il circolo vizioso che si è stabilito ora è triste prassi. Non sono ottimista.
Leggo da alcune parti che questi eventi potrebbero portare alla cancellazione totale della Palestina e dei palestinesi. Fosse così ho paura che assisteremmo a qualcosa che non ci immaginiamo nemmeno da parte di numerosi paesi del Medio Oriente, un’apocalisse che porterebbe, nel medio e lungo periodo, alla fine della civiltà che abbiamo conosciuto fin’ora
Prima o più succederà niente dura per sempre.
Finirà molto male per i palestinesi e anche per chi nutriva la speranza della nascita di due Stati.
Certo è che Hamas ha attaccato ora perché ha visto una nazione divisa, una democrazia scricchiolante e perché gli estremismi lato israeliano hanno preso il sopravvento. Dovrebbe essere l’ennesima lezione per noi, ma temo che sarà l’ennesima lezione inascoltata.
Analisi e previsioni che condivido.
Ecco, il finale è la cosa più deprimente di tutte.
Cercasi coraggio, nervi saldi, intelligenza e spirito combattivo.
Giusto prof.
Mi chiedo, a parte le fazioni in causa, a chi giova, incendiare l’Africa con i colpi di stato recenti e il medio oriente adesso? Credo che la stasi apparente in Ucraina sia la ragione per cui tutte queste rappresaglie contro il mondo occidentale si sono mosse in contemporanea. Sembra quasi una mossa a tenaglia sulle democrazie grandi o piccole che siano , vicine o lontane da quel fronte , operato da quella fronda dì autoritarismi che mal sopportano l’idea di perdere o mettere in discussione il proprio potere sulle popolazioni e perciò si muovono all’unisono su l’unico fronte che li accomuna, limitare se non annientare le democrazie che sono ricche , libere , e che per loro con il modello che rappresentano , sono il male assoluto da estirpare.
Lei si è risposta da sola e con grande intelligenza, se mi posso permettere.
Grazie comandante, a guardare l’insieme e non il particolare, questo si nota, sarà un grande problema per tutti. Speriamo che Biden in primis e le cancellerie occidentali se ne rendano conto, credo sommessamente che lo sappiamo già prima di tutti noi, e che ne traggono le conclusioni. Se non lo faranno, dividendosi su questo fronte, temo non avremmo più tempo per discutere e dividerci su altre questioni.
Grazie Maria Paola del suo contributo preciso e dettagliato.
Temo proprio che sarà facile attaccarci se rimarremo divisi, con democrazie fragili, estremismi vari.
Le ‘forze del male’ approfitteranno di tutte le situazioni interne ed esterne per creare o fomentare subbuglio…Potrebbero risvegliare tutte le storie sopite, come i Balcani che sono già in subbuglio. Poi magari la Turchia ricomincerà a “fare i capricci” e forse aumenteranno infiltrati, i radicalizzati, ci saranno più attacchi individuali, attacchi biochimici, o alla biodiversità.
Noi che strumenti abbiamo? Non so…Magari rimettere Schengen ovunque, controllare l’emissione di visti e passaporti UE, sia nei paesi UE che attigui e oltremare, rafforzare i controlli di frontiera, avere più collaborazione tra stati europei per informazioni affidabili e univoche su chi arriva…
Oppure possiamo fuggire.
Grazie Comandante. Quando si parla delle vicende quasi sempre tragiche tra Israele e Palestina si entra in un universo parallelo, dove a un certo punto si rinuncia a capire come sia stato possibile che dagli anni 50 in poi del ‘900 non sia stata trovata una, dico una, soluzione che non prevedesse l’uso delle armi.
Credo che l’aspetto religioso sia una delle variabili più importanti nello scenario: e ho osservato con reale preoccupazione una regressione verso posizioni fondamentaliste da parte della religione ebraica, a causa di una frangia, quella ortodossa, così estremista e intransigente al punto da non essere molto diversa dai talebani o dai fondamentalisti islamici.
Non nutro speranze, anzi: in un quadrante così instabile, con una guerra, in terra ucraina, di cui non si vede la fine, la questione israelo-palestinese era proprio quello che NON ci voleva.
Grazie a lei Elisabetta. Ha ragione sulla componente oltranzista ebraica. Queste temperie incoraggiano la radicalizzazione ovunque.
La settimana scorsa passeggiavo per Torbole e c’erano delle foto risalenti al 15-18 in cui si vedevano dei soldati italiani che dal monte Altissimo scrutavano la parte nord del lago dove mi trovavo io. Forse tra quei soldati c’era il mio bisnonno mandato sul monte prima dello scoppio della guerra e poi morto nei combattimenti contro gli austriaci nel corso del primo anno di guerra. Ora io ero li magari con intorno gli stessi discendenti dei nemici di allora a guardare le vele e a passeggiare sul lungolago. Non lo so se sarà possibile una soluzione così (non credo) ma mi piacerebbe si potesse vivere tutti in un mondo libero senza alcune costrizione politica o religiosa.
La storia, prima o poi, compone ogni questione. Ma questo, a volte, richiede tempi non compatibili con la durata delle nostre vite.
Pongo la domanda anche qui: come è stato possibile che il confine israeliano sia stato sfondato con tanta facilità? Stiamo parlando di una delle zone più sorvegliate del mondo.
Molti centri abitati sono stati lasciati totalmente sguarniti, in balia dei terroristi che sono entrati casa per casa a prelevare ostaggi. Certamente qualcosa mi sfugge, ma tutto ciò è molto imbarazzante.
Aldo, usiamo i termini giusti. Non c*è stata invasione o sfondamento, ma infiltrazione di piccoli gruppi armati su mezzi di fortuna. È una forma di escalation che giunge immotivata e inaspettata. Un*alzata di testa che ha colto impreparato le Idf proprio per la sua assurdità, come è accaduto a febbraio 2022, quando i russi hanno fatto quella cavolata. Anche le cose stupide accadono e per prevederle tutte ci vorrebbe uno stato di allerta così esteso da rendere impossibile la vita civile.
Ha ragione, non c’è stato alcuno scontro e non è stato sfondato un bel nulla.
I gruppi infiltrati hanno giocato sull’imprevedibilità, sfruttando zone forse meno sorvegliate. E ci sono riusciti, non risultano particolari segnali d’escalation negli ultimi giorni che avrebbero dovuto far alzare il livello d’allerta. Credo che quest’azione, così condotta, abbia colto di sorpresa il mondo intero.
Quello che a me preoccupa è che Hamas non ha mai osato tanto; non può non aspettarsi una rappresaglia feroce. Temo che stavolta il conflitto non sarà limitato tra Israele e Palestina.
Esatto. E’ assurdo e incredibile che le Idf non si siano accorte e siano state colte impreparate.
Hanno alti livelli di sorveglianza, procedure e controlli di sicurezza, strumenti e tecnologie di informazione, intelligence, difesa, se questo non è stato sufficiente, figuriamoci noi…
In un’intervista, un responsabile arabo di cui non ricordo il nome, ha spiegato come Hamas ha ‘lavorato’ silenziosamente per anni, prendendo in giro Israele: hanno fatto finta finta di stare tranquilli o di non essere interessati a un conflitto armato ma piuttosto a soluzioni con incentivi economici/amministr. per ‘restare calmi’ intanto hanno programmato tutto.
E’ davvero incredibile che siano riusciti ad ingannarli così.
Se sono riusciti a ingannarli così, noi -Italiani, Europei, Occidentali- come faremo? Abbiamo le risorse, la voglia e le competenze per identificare, prevenire e contrastare queste azioni?
Dobbiamo veramente guardare al tempo di pace, solo al passato?
Faccio fatica a pensarlo. Continuo a sperare, forse voglio solo illudermi.
Comunque sono grata a Biden e Blinken. Mi spiace davvero che Biden venga ridicolizzato/attaccato per le cadute e l’età. Sì, l’età c’è ma siamo fortunati perché possiamo contare sulla sua esperienza. Non condivido tutte le sue idee o posizioni, ma penso che sia un grande sia come persona che esperto di pol.estera. Quelli che lo criticano, dovrebbero pensare che senza di lui, l’Europa starebbe messa proprio male, noi inclusi ovviamente. E anche Blinken è davvero preparato, umano e competente.
Dobbiamo tenere duro, essere vigili, sostenerci. Comandante, ci indichi lei come!
Intanto io spero e mi illudo per un futuro di pace…
Hamas è composta da più fazioni ed alcune sarebbero anche disponibili ad una tregua altre, più oltranziste, marciano contro. La prova sono gli sporadici lanci di razzi ad ogni tentativo di accordo. Israele combatte una battaglia interna tra ortodossi e moderati e spesso non rispetta gli accordi costruendo a Gerusalemme est. Una cosa però è chiara: Hamas combatte usando la sua gente come scudi umani piazzando le batterie di lancio tra i civili, Israele la sua gente tende a proteggerla.
E questa è una saggia osservazione.
Di sicuro Hamas compattera’ le divisioni interne ad Israele e la obbligherà a una risposta feroce, temo sarà un bagno di sangue
Grazie per l’analisi. Hamas ha raggiunto questo potere in Gaza grazie al fatto che l’OLP si è indebolita internamente (corruzione) ed esternamente (ha smesso di essere leader nel conflitto ma non ha raggiunto una pace soddisfacente). Secondo me una possibile speranza è che gli israeliani mollino Netanyahu e cerchino di riaprire trattative serie con i palestinesi della AP.
Buona serata
Grazie a lei.
Grande equilibrio e chiarezza. La conclusione è molto esplicita e all’ombra di Iran e Russia c’è il convitato di pietra, la Cina, senza cui i due regimi sanguinari di Putin e Khamenei forse sarebbero già caduti. L’ilusione di una pace fatta di accordi è finita, siamo ritornati alla pace della deterrenza e prima ce ne rendiamo conto meglio sarà.
È giusto. Grazie.
Confesso che non sono riuscito a capire la tua non neutralità in questa situazione, complimenti. Concordo su tutto. Questa guerra non ha speranza. Forse l’unica cosa giusta che disse Gheddafi fu su questo: il conflitto araboisraeliano finirà solo con la fine del mondo.
Grazie.
Grazie, come sempre le sue spiegazioni sono ineccepibili
Grazie a lei.
Condivido la sua lettura dei fatti e sono molto preoccupata
È comprensibile.
Com’è possibile che i servizi segreti si siano lasciati sfuggire un attacco di simile portata?
Infatti, credo non sia possibile
Parere personale: la leadership di Israele non godeva di appoggio unanime. Questa situazione da loro carta bianca, che possiamo solo immaginare cosa voglia dire. Palestina ha perso ogni speranza oggi di essere uno stato riconosciuto.
Prima di giungere a conclusioni, aspettiamo qualche giorno per una valutazione più confortata da fatti e informazioni.
Le sue considerazioni sono chiarificatrici e allo stesso tempo sgomentano.
Sono contro ogni forma di terrorismo, ma non posso non dire che all’origine di tutto c’è un peccato originale, anche se a questo punto la storia ha fatto il suo corso.
A voler risalire ai peccati originali, nessuno sarebbe esente.
Analisi più che condivisibile, anche se ormai non so quanto possa essere utile focalizzarsi sulle ragioni, i torti o i motivi storico-politici del singolo conflitto.
Siamo di fronte a un conflitto che può già essere definito globale: da una parte le democrazie occidentali e dall’altra le autarchie e i regimi dell’Est.
In pochissimo tempo abbiamo assistito a una moltiplicazione dei terreni di scontro: prima l’Ucraina, poi il Sahel, poi l’Armenia, ora Israele.
Russia, Iran, Cina stanno accendendo micce su più fronti, con l’intento di diffondere caos, destabilizzare e fiaccare le forze Nato sul lungo periodo, pronti a sferrare l’attacco finale quando sarà il momento. Era inevitabile che prima o poi il nemico usasse la leva dell’ostilità che molti paesi dell’area nutrono verso l’unica democrazia del Medio Oriente.
Putin sta cercando di costruire o rinsaldare alleanze su basi ideologiche e religiose, non solo strategiche, cavalcando la guerra santa all’Occidente per aumentare la sua forza militare e le sue armi di ricatto.
Nel 2024 ci saranno le elezioni negli USA, in Russia, in India, in Europa. Prepariamoci ad affrontare la tempesta perfetta.
Le scadenze sono quelle. I rischi ad esse collegati non possiamo nemmeno stimarli ora.
Grazie per il ragionamento, per me condivisibile.
Ultimamente ho letto di contatti tra Arabia Saudita e Israele. L’attacco di Hamas e il conflitto che si sta delineando potrebbero essere un tentativo di interrompere quei contatti? Magari agito da Hamas ma “suggerito” da qualcun altro
È possibile.
Se c’è una cosa che mi è chiara è che quando la situazione è molto complessa la cosa più importante da fare è semplificarla e stabilire le priorità. Vista l’agenda 2024, e considerato che 1) non influiamo sulle elezioni in India, 2) poco su quelle europee se non per la parte italiana, 3) Biden non ringiovanisce, si deve [priorità] togliere la Russia dal tavolo di gioco.
Oltre a iniziare a guarire le ferite dell’Ucraina, questo intanto potrebbe mettere al sicuro l’Europa e darci il tempo di prepararci al “dopo”. Per le inevitabili manche successive a livello globale qualcosa potrebbe chiarirsi (Balcani, lo stesso Medio Oriente) e qualcosa raffreddarsi. Certo, altre aree potrebbero riscaldarsi (Cina, Africa). Ma se fosse tutto facile non staremmo qui a discuterne.
Avremo di che leggere e discutere per un bel po’ di mesi.
Ovviamente volevo scrivere “oligarchie”*
Concordo in gran parte,ma le chiedo: Israele è ancora una democrazia?Ho letto alcuni romanzi di donne palestinesi, visto il muro a Gerusalemme, l’occupazione di suolo terra di nessuno,con tombe israeliane…
Risponda lei, per differenze. L’Italia è una democrazia? La russia è una democrazia? Gli USA lo sono? L’Iran è una democrazia? Non bisogna riferirsi a modelli teorici. Le democrazie soffrono pubblici momenti di crisi, le dittature li elidono dalla storia con la violenza.
Tanti vulcani quiescenti che si risvegliano. Autoritarismo contro Democrazia. Le sue previsioni per il 2024 mettono ansia ma condivido. Grazie.
A lei.
Grazie. Serve lucidità nel prossimo futuro.
Generosa lucidità.
Grazie a lei.
Brutta cosa. Conosco israeliani e egiziani originari della Palestina. Non riesco a commentare, sarebbe troppo lunga. Ma sono contro il terrorismo e questo lo è.
E, secondo me, indotto dalla Russia (e alleati).
È terrorismo su vasta scala. E basta.
Le immagini che circolano sui social sono agghiaccianti. Nessuna motivazione potrà anche minimamente giustificare la barbarie che stiamo assistendo. È un momento pericolosissimo per tutti. Il mio ottimismo sta seriamente vacillando. Le sue considerazioni sono pienamente condivisibili.
Grazie.
Per quanto sporca da ambo le parti possa essere questa guerra, sarò sempre dalla parte della peggiore delle democrazie e mai della più perfetta dittatura o del miglior gruppo terroristico.
Israele è una democrazia Hamas é un gruppo terroristico che persegue lo scopo perfettamente indicato dal Comandante.
È a che la mia opinione e spero che, per quanto abbia cercato di mantenere un tono ragionevole e non è stato facile, la sostanza della mia opinione sia emersa.
Israele è una democrazia solo in casa propria.
E sono contro ogni forma di terrorismo.
Hamas è sempre e solo stata terrorismo in Israele e anche in Europa! Deve usare la forza e la paura per avere seguito ! Come tutti i “regimi” ora a pagare saranno i più deboli! Dietro a loro ci sono russia e Iran che non se la passano bene, e quindi cercano di destabilizzare il più possibile! Non dobbiamo permettere questo, la libertà è un dono prezioso!
In questo preciso momento storico, l’aliquota di banditismo nel mondo è ai massimi livelli.
Ho letto, sono d’accordo
Grazie.
Per quanto abbiamo avuto esperienze di vita diverse, il tuo punto di vista risuona molto con il mio.
E niente, tutti questi avvenimenti un po’ di apprensione per il futuro me la fanno venire…
Quindi niente…
Speriamo per il meglio, ma se ci si prepara al peggio magari aiuta…
Speriamo
Concordo pienamente. Un tempo, che oggi pare lontanissimo, sembrava che una soluzione fosse a portata di mano. Gli accordi di Oslo e Camp David, Rabin, Arafat, sembravano aver imboccato la strada giusta. Oggi abbiamo soltanto un duro scontro tra estremismi inconciliabili. Possiamo solo prevedere un altissimo numero di morti di civili.
Hamas non vuole trattative. Vive solo di violenza.
Sottoscrivo molto della analisi. Se almeno si andasse avanti nella pace con la parte palestinese della Cisgiordania si potrebbe isolare di più HAMAS. Però anche in quella zona l’oltranzismo e la sopraffazione sistematica della popolazione palestinese stanno piano piano soffocando questa speranza.
Hamas si oppone con fermezza a qualsiasi negoziato. Ormai hanno una posizione di privilegio che non intendono cedere. E questo anche se Israele assumesse il più accomodante degli atteggiamenti.
Se Israele smettesse la politica di colonizzazione e sostituzione portata avanti da decenni con gli insediamenti nella Cisgiordania mostrerebbe una qualche ragionevolezza. Se continua la disperazione dei palestinesi in quella regione aumenterà sempre più travolgendo anche quelli che vorrebbero solo vivere in pace. Gaza e HAMAS sono altra storia.
È possibile, ma non certo. Comunque, anche Israele deve gestire una sua opinione pubblica che pretende mano feroce in certe situazioni. Ed essendo un sistema dove le opinioni poi diventano voti, la cosa non si può ignorare.
Come sempre illuminante. Ma razionalmente non capisco, anche se uccidono 1000 o 5000 israeliani, ne riceveranno in cambio una mattanza.
Hamas deve accreditarsi presso i suoi con il monopolio della lotta a Israele. Poi, dei loro non morirà nessuno. Useranno i civili come scudo per poi esibirne i corpi come vittime dei perfidi giudei.
A parer mio è un’opinione equilibrata, presumo basata sul desiderio di vedere l’unica democrazia dell’area rimanere nel solco del diritto
Che sarebbe non solo giusto ma anche utile, imho
È così, grazie.
I palestinesi hanno molte ragioni, ma in questo modo Hamas legittima solo chi vuole la loro estinzione. Violenza chiama violenza ed Hamas ha acceso la miccia.
Così succederà
Aspettavo il suo commento, Comandante. Stamattina l’ho pensata e ho sperato in un suo post, sapendo che lei ha a cuore quella parte di pianeta (lo spiegò il suo amico Kurt in un suo vecchissimo post), Che dire? Sono senza parole. Aspettiamo e vediamo ma non sono ottimista.
Speriamo.
L’ unica cosa che non ho capito è:
La rapina della Russia!
la guerra di conquista e annessione di una nazione ricca dal punto di vista delle risorse naturali e della produzione agricola.
Già.
Grazie.