Erano più o meno le tre di una cupa notte di novembre, quando ebbe inizio la Quarta Apocalisse. All’inizio non se ne accorse nessuno. Qualche cane iniziò ad abbaiare, la luce di alcune finestre si accese, una persona gridò in una lingua sconosciuta, un bambino si svegliò ridendo e due amanti si fecero una promessa che non trovò mai compimento.
Ma lì, in quella zona di spazio dove hanno origine e fine tutte le cose, dove le grandi ruote dentate del Tempo scandiscono la successione degli eventi, in questo universo e in tutti quelli che insieme ad esso compongono la tela serica del percettibile, l’insieme di tutte le cause si era infine allineato con quello delle conseguenze, secondo quella severa geometria che alcuni si ostinano ad ignorare, ma che regna silenziosa e triste su ciò che è opaco alla luce e ciò che non conosce la luce.
E fu allora, proprio mentre qualcuno si tormentava nel pentimento e altri pensavano a un futuro pieno di incognite, proprio quando mille e mille aerei si levavano in volo destinati qui e altrove, mentre nelle centrali si squarciava la materia per estrarne energia, mentre mani si stringevano, coltelli tagliavano gole, animali possenti venivano abbattuti e dai forni di antiche città arrivava il profumo del primo pane, proprio allora, quando da qualche parte era scoccata l’ora sconosciuta, quella che era stata scritta e che qualcuno aveva visto nei suoi sogni premonitori, proprio allora dico, senza che nessuna sentenza fosse pronunciata e nessun torto sanato, iniziò la Quarta Apocalisse.
E mentre un mondo si spegneva, così senza una ragione comprensibile, per puro capriccio del destino, proprio mentre miliardi di giorni passati e di progetti futuri bruciavano al calor bianco del caso, mentre si consumava una tragedia silenziosa nell’indifferenza gelida delle stelle, altrove, non molto lontano, poco più di duecentoventi anni luce a destra, per quella fisica misteriosa che divide e unisce gli eventi simultanei secondo i principi delle alte energie, in quell’istante esatto, la materia grezza di cui era fatto quel mondo, fiorì per la prima volta alla vita, dando ufficialmente inizio al percorso che, prima o poi, senza dubbio alcuno e senza remissione, avrebbe portato alla Quinta Apocalisse.
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4 commenti su “Cronache della Quarta Apocalisse”
Terribile ed affascinante allo stesso tempo.
Speranza ed ineluttabilita’ del fato che si intersecano dando origine al mistero della vita e della morte.
Quale giorno di quale novembre? È riferito alla realtà o è puro racconto? Comunque bello ed inquietante
Evocativo, molto
Di una bellezza dolorosa