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Nota del 27 aprile 2025

Dopo la sbornia mediatica degli ultimi giorni, dico la mia su quelli che sono i cinque elementi di crisi sui quali focalizzare l’attenzione.
1) La russia punta a un consolidamento delle posizioni conquistate e a una riabilitazione internazionale che possa garantirle nuovamente flussi di cassa senza ricorrere a esose triangolazioni o svendite delle sue risorse. putin è un criminale, ma la sua è un’ambizione lucida e pratica. Ha capito di aver fatto degli errori e c’è da essere certi che lui, o chi lo seguirà, faranno tesoro di questa esperienza. Per questo, è plausibile che i combattimenti in Ucraina cessino nel breve-medio periodo, con una consistente mutilazione territoriale e una situazione politica che predisponga l’Ucraina a essere diretta da una classe politica non ostile a mosca.
2) Se putin è un criminale lucido, trump è solo confuso. So che molti cercano di interpolare le sue decisioni secondo una trama segreta e piani strategici a lungo termine, ma io sono praticamente certo che si tratti essenzialmente di ignoranza e stupidità, e questo è più pericoloso. La gestione tragicomica della politica dei dazi non può non avere conseguenze molto gravi, senza contare la perdita di credibilità e di affidabilità di un paese che ha compiuto un suicidio mediatico di proporzioni inusitate. Se pure domani arrivasse un nuovo JFK, nessuno crederà mai più alla solidità delle istituzioni finanziarie, politiche e costituzionali di una nazione che, dietro l’armatura, si è mostrata fragilissima a livello istituzionale. Purtroppo, la reazione degli stupidi di fronte alle contrarietà è quella di alzare la posta. E questo ci porta al punto successivo.
3) La situazione nell’Artico è tesa. Non parlo per sentito dire. La perdita di certezze derivante dall’atteggiamento erratico degli stati uniti e la reiterazione delle affermazioni di Trump hanno attivato nella regione una serie di meccanismi pre-bellici di notevole consistenza. La questione merita un approfondimento specifico, ma, per ora, focus costante su questa parte del pianeta.
4) Se una situazione di instabilità a nord e a est dell’Europa è preoccupante, il caos politico che sta montando in Israele è pericoloso. Può piacere o no, ma Israele è un presidio occidentale in una delle regioni più esplosive del mondo e una guida coerente di quel paese è un asset indispensabile per la pace, soprattutto ora che il concetto di Occidente si sta ridisegnando intorno a nuovi e inesplorati confini.
5) La Cina ha avuto reazioni decise, ma composte alle bizzarrie da squilibrato messe in scena da trump. Sicuramente la politica dei dazi è una minaccia vitale per Pechino, ma ciò che i cinesi stanno perdendo economicamente, lo stanno acquisendo in termini di credibilità e potenziale egemonico. Un’operazione di chirurgia ricostruttiva che si qualifica come l’errore strategico più colossale commesso da trump. Perdere soldi per decisioni sbagliate ci sta, ma perdere la faccia e credibilità in favore del tuo nemico numero uno si definisce in un solo modo: cazzata.

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