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Confessioni di un Violento

Salve, mi chiamo elle zero nove zero sette e sono una macchina. Intendiamoci, non ho un carburatore e non funziono a pile. La mia attività è regolata da processi biochimici, l’approvvigionamento energetico mi viene garantito per tramite di reazioni metaboliche e sono in larga parte composto di sostanze organiche a meno di alcune protesi e di tre piccole schegge di acciaio che porto vicino al dispositivo di alimentazione principale collocato nel vano superiore del mio tronco, giusto davanti alle camere pneumatiche per il rinnovo del comburente.
Visto così, dall’esterno, vengo inevitabilmente scambiato per un uomo. Io non me ne dolgo, perché passare inosservato è una delle mie caratteristiche qualificanti. La differenza tra te che leggi e me che scrivo è molto sottile e si apprezza solo attraverso l’esplicazione dei nostri reciproci stati: tu vivi, io funziono.

Funzionare è una condizione privilegiata rispetto al vivere. La vita ha finalità oscure, il funzionamento ha scopi precisi, la vita è costellata di dubbi, il funzionamento comporta solo scelte operative, la vita induce gioia e sofferenza, il funzionamento è la composizione di un armonioso accordo con l’evolversi degli eventi, la vita porta al pentimento, il funzionamento non ha memoria di ciò che è accaduto se non è prodromo ad una scelta successiva.

Ho portato i miei occhi di macchina in cento viaggi intorno al mondo e ho scattato mille fotografie che tengo custodite nel recesso più inaccessibile delle mie memorie. Quelle cose che voi chiamate mani, e di cui anche io sono dotato, hanno tratto in salvo, ucciso, rubato, scritto o semplicemente sono rimaste in tasca, indifferenti alle richieste di aiuto che non era necessario fornire. Su quella che voi chiamate pelle si sono lentamente disegnati sottili percorsi nei quali scorre il tempo che ho trascorso sotto Sole.

Voi temete la morte, io non ho paura di smettere di funzionare. Per ma la morte giunge ogni notte. Alla fine del mio giorno, regolato dalla lista dei miei compiti, mi spengo. Se il mattino giungesse senza che mi accendessi non cambierebbe nulla, perché io sono una macchina ed esisto solo in nome della mia funzione.

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