Per avere un’idea della complessità dell’attuale situazione politica internazionale bisogna immaginare una scacchiera tridimensionale dove non ci sono solo pezzi bianchi e neri, ma i giocatori sono molteplici, ciascuno con pezzi capaci di mosse diverse. In linea di massima, ciascun giocatore persegue esclusivamente il suo specifico interesse, ma sono possibili alleanze temporanee, finalizzate a un obiettivo comune, come è anche possibile che antiche amicizie si rompano senza preavviso quando la situazione dovesse imporre una scelta tra la propria salvezza e la salvaguardia di principi teorici sempre più deboli man mano che il gioco si fa più complesso.
Ogni mossa comporta una numerosità di effetti collaterali e nessun giocatore è veramente in grado di valutarne gli impatti a medio lungo termine. Se all’inizio della partita lo scopo era la vittoria, stabilire quindi una sorta di ordine sulla scacchiera secondo i propri valori e in linea con i propri interessi, man mano che i pezzi si muovono, delle posizioni cadono, altre si indeboliscono, alleati si trasformano in avversari, qualcuno viene messo fuori gioco e altri subentrano senza preavviso, la finalità del gioco si avvicina sempre più alla ricerca di una dignitosa sopravvivenza nel contingente che consenta di preservare posizioni strategiche, difendere i propri asset e posticipare un confuso scontro all’ultimo sangue che incombe su tutti i contendenti, man mano che gli spazio di manovra si riducono e le risorse si assottigliano.
In un contesto così articolato, il tentativo di stabilire un collegamento percorribile tra cause e effetti, la determinazione esatta di responsabilità, colpe e meriti, la valutazione delle forze in gioco e le previsioni, anche a brevissimo termine, sulle conseguenze delle decisioni, si riducono a un esercizio teorico che raramente riesce a comprendere la totalità del quadro e si riduce sempre più alla esibizione di una posizione ideologica, spesso sconnessa dalla situazione operativa e finalizzata solo ad esprimere dei desiderata in linea con le proprie aspettative. Il quadro non presenta autorità e autorevolezze incontestabili. Bisogna guardare a ciò che accade sapendo che nove volte su dieci ci viene raccontato attraverso la lente distorta della percezione ideologica oppure semplificato al punto tale da perdere ogni riferimento ai fatti rappresentati. Ciò impedisce di esibire ogni forma di certezze e l’esercizio più virtuoso diventa quello di saper ascoltare diverse voci, scartando le menzogne palesi, cercando di disinnescare quelle che si vestono di verità e formandosi un’opinione che deve sempre essere aperta al cambiamento.
La direttiva principale rimane sempre quella che rispetta la vita, la libertà di ciascuno di noi di esercitare le proprie scelte nel rispetto degli altri, quella che tutela il diritto a credere in Dio, ma anche nel credere che tutto si esaurisca nell’ambito delle azioni umane e dei capricci della natura. Chiunque sia contrario a questi principi fondamentali, qualsiasi sia la sua bandiera o per quanto nobile possa apparire la sua battaglia, è potenzialmente un pericolo per quella che è l’unica forma di vita civile possibile: quella dove tutte le persone devono rendere conto solo a sé stesse e al rispetto dovuto per gli altri.
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Un commento su “Del Fascino Criminale delle Soluzioni Semplici”
Geniale questa similitudine. Se solo fossimo liberi di rimanere o meno a guardarla, questa partita a scacchi! Invece ognuno di noi, spettatore finora inconsapevole, ci è dentro completamente, fagocitato dallo stesso gioco che il Caos ci ha presentato.