la notte
sono settimane che non dormo più. ho un sonno agitato, mi sveglio prestissimo, quando la casa è ancora silenziosa e, fuori dalle finestra, c’è solo la notte. è come se stessi vivendo un presagio arrivato su una trasmissione in bassa frequenza. da un luogo dove qualcosa è già successo e si propaga su queste onde profonde, capaci di attraversare ostacoli solidi e gli invisibili diaframmi che separano gli universi.
il cuore
il cuore ha dei minuti recessi dove non circola il sangue e dentro i quali si annidano quei sogni che si vestono di speranze per svelarsi, poi, silenziosamente come delusioni. il dolore conosce quei luoghi e ci si abbarbica, come le spire pungenti di un’edera tenace.
il passato
il passato è una specie di film. puoi guardarlo, puoi emozionarti, puoi riflettere, ma non puoi fare niente per cambiarlo. la pellicola è quella, è stata impressa, montata e avvolta in una grande bobina. ora, il massimo che si può fare, è rivedere una scena più e più volte, sapendo che nulla si può cambiare oppure alzarsi e cercare di uscire dalla sala mentre la proiezione è ancora in corso, sperando di cancellare un’emozione che ti è già entrata dentro, in maniera così profonda che non te ne puoi più liberare.
that’s it
le cose iniziano e le cose finiscono. prima lo impari e meglio è. ed è inutile pensare a quello che non hai fatto, a quello che avresti potuto fare o a quello che hai fatto sbagliando. se non fosse finita allora sarebbe finita dopo, per un’altra ragione, ma senza un reale motivo, perché è così che funziona il mondo e niente, ma proprio niente, sfugge a questa regola che è insieme semplice, breve, ma indefettibile come tutte le regole che valgono davvero.
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4 commenti su “that’s it”
Scrivo e cancello,scrivo e cancello,scrivo e cancello….
Quattro brevissimi capitoli. Essi dicono più di 100 pagine.
Sono d’accordo. Per quanto ti sforzi il passato è remoto, anche quello di ieri. Non si può correggere né cambiare. Ma qualcosa può insegnare. Perché è vero che le cose succedono, ma a volte possono succedere diversamente.
Io ogni volta che ripassa in tv mi riguardo City of Angels, sperando che Meg Ryan faccia tardi comprando le pere ed eviti il camion. Ma siccome è un film, come dici tu, non succede mai. E dentro di me qualcosa si rompe sempre.
Però so anche che il futuro non è ancora scritto, che l’irreparabile (se dipende da noi) non è ancora successo e lo potremmo cambiare. Magari leggendo i segnali di quel vecchio bastardo puntiglioso che è il passato.
Che comunque non ha nessuna intenzione di togliersi di mezzo.
Già.