La teoria delle finestre rotte (link alla fine), si applica pari pari alle relazioni sociali e al rispetto delle condizioni di minoranza e fragilità. Molti di noi covano dei pregiudizi e, spesso, non li esternano solo per paura di essere stigmatizzati. Questo avviene quando nei confronti di una causa o di un argomento vige una forte attenzione sociale e culturale. Appena questa attenzione si allenta e si rompe la prima finestra, un po’ alla volta , qualcun altro si lascia andare confortato dal fatto che lo stigma temuto non sia, in realtà, così forte come si sospettava. Gli eventi successivi al sette ottobre hanno rotto più di una finestra nel nostro tessuto sociale. Da allora, il timore dello stigma associato all’antisemitismo e ai pregiudizi sugli ebrei, si sta indebolendo sempre più. Parlare di Israele come stato da cancellare e degli israeliani come popolo da disperdere, oggi à sempre più facile. Così come si rinnovano i pregiudizi sugli ebrei, sui loro nasi camusi, la loro comunità chiusa, legata al danaro e al poter, a cui afferisce il controllo del mondo. Esattamente la stessa catena di fole che ha preceduto l’avvio dello sterminio sistematico del Popolo. Certo, ora le motivazioni appaiono più nobili di quelle del nazismo perché il pregiudizio non si veste più da razzismo, ma si riferisce alla causa della liberazione del popolo palestinese. Però, questo che è una posizione civile, rispettabile e, per certi versi condivisibile, tracima sempre più spesso nell’odio specifico per una comunità che si desidera cancellare e punire per la sua tracotanza. Ora, non voglio entrare nel merito della questione, perché è complessa e, comunque, la mia posizione è ampiamente nota. Quello che mi interessa è l’emergere di queste vigliaccherie, di questi pregiudizi puteolenti, di questa sensazione di libertà che provano le anime fragili a parlare di “ebbrei” con due “b” in televisione per argomenti stupidi come un premio cinematografico. Ecco, è questa pochezza d’animo che mi intristisce di più. Quel fatto che quando inizi a vedere una finestra rotta, non ti viene di fare qualcosa per riparala, ma anzi, godi nel lordare ciò che ti circonda perché, in fondo, odi il mondo e vuoi vederlo marcire con la stessa velocità con cui si è perso il tuo cuore.
Grazie a chi ha letto fin qui.
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