Così come ho evidenziato gli aspetti sistemici positivi dell’attacco alle basi aeree russe per mezzo di droni, devo sottolineare che il tentativo di infliggere un danno serio al ponte di Kerch non può essere archiviato come un semplice colpo andato a vuoto. Anche questo evento, infatti, ha degli effetti non immediatamente evidenti, in questo caso non positivi per la causa ucraina.
Un ponte potrebbe apparire un bersaglio semplice: sta lì fermo, ha un aspetto fragile e sicuramente dei punti che, se colpiti, possono provocarne il crollo. In realtà, non è esattamente così. Un ponte come quello è una struttura pesantemente difesa e sorveglianta, molto solida e, nello stesso tempo, è concepito con tolleranze sufficienti per consentirne la fruizione anche a seguito di lievi cambiamenti orografici e climatici. Per renderlo inutilizzabile occorrerebbe colpire con estrema precisione punti specifici per agevolare un cedimento strutturale o attaccarlo con pesanti bombardamenti per abbatterne un tratto sufficientemente lungo da rendere complessa, se non impossibile, una successiva fruizione.
Quest’ultimo approccio richiede, alternativamente o contemporaneamente, la disponibilità di una forza aeronautica in grado di effettuare un vasto bombardamento sulla struttura (ricorrendo a varie tecnologie di bombe, tutte pesantemente allestite) e/o di un attacco missilistico di considerevole dimensione con testate idonee allo scopo. Mi sembra evidente che l’Ucraina non disponga di queste risorse o, se le ha, preferisce riservarle ad altri obiettivi in futuro.
La strada percorribile rimane quella di cercare di provocare un cedimento strutturale colpendo punti specifici della struttura. Qualcosa di simile è stato tentato ieri, purtroppo senza conseguire l’obiettivo desiderato.
L’aspetto negativo della faccenda è che, per collocare 1100 kg di esplosivo nella giusta posizione, è stato necessario ingegnarsi a trovare una serie di sistemi per trasportare questo carico e posizionarlo, magari in diverse operazioni, sfruttando delle carenze nello schema di sorveglianza del ponte. Carenze che, ovviamente, ora i russi si impegneranno a cercare e a eliminare. In pratica, il concetto di base è che, quando trovi un sistema per raggiungere un obiettivo, devi usarlo solo quando sei praticamente certo che funzioni. Altrimenti, non solo hai mancato l’obiettivo, ma ti sei anche precluso la possibilità di ritentare sfruttando le stesse brecce nel meccanismo di difesa.
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