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La Guerra che Lasciamo ai Nostri Figli

Fra poco saranno 3 anni da quel giorno in cui una prepotenza è iniziata nell’orrore e oggi rischia di chiudersi nel disonore di tutti noi. Sì, perché la vittoria di putin non è una sconfitta per l’Ucraina o un  errore di trump, ma la prova che noi europei abbiamo tradito i nostri sogni e i nostri progetti. Tenere la russia nei suoi confini è compito dell’Europa. E la difesa non è solo questione militare, ma prima di tutto politica. Se non esiste un’intelligenza unica, non può esistere una difesa comune. E se fosse esistita una difesa europea, non ci sarebbe stata guerra nel cortile di casa nostra. Già oggi, pur con decenni di mancata programmazione e investimenti, gli eserciti europei potrebbero spazzare via i russi dall’Ucraina in un confronto con armi convenzionali. I russi non prevalgono sulle nostra armi, ma sulla nostra vigliaccheria. Però, per muovere eserciti, ci vuole un governo unico, che possa decidere come, dove e quando. Un’impresa che coinvolga 27 teste, ciascuna col diritto di veto, è un suicidio. E nemmeno basta definire regole di ingaggio perché, nel momento in cui venissero messe alla prova, le maggioranze politiche regionali che le hanno definite potrebbero essere cambiate e singole nazioni potrebbero lasciare i soldati nelle loro posizioni. La verità è che ora, se esiste ancora una possibilità, è in alleanze specifiche tra stati. Le istituzioni europee hanno perso il treno della storia e hanno speranza di sopravvivere solo se, con forza e determinazione, alcuni leader decidono di stabilire patti militari di transizione che possano sopperire alla cancellazione sostanziale della NATO in attesa che la politica sia finalmente capace di iniziare il processo per la creazione di uno stato federale europeo. Stato federale che è prerequisito indispensabile per cercare di mantenere in vita questo continente.
Stamattina molti di noi si sono assicurati che i propri bambini fossero ben coperti quando sono andati a scuola. È giusto. È ancora freddo. Ci si deve preoccupare della loro salute. Cosa che, però, dobbiamo fare anche nella nostra azione politica, perché non ci serve gente che abbai in tv, baci salami o ci paghi la ristrutturazione del cesso, ci servono persone che lavorino a una soluzione che impedisca il fatto che i bambini che sono usciti stamane per andare a scuola, con i loro giubbotti ben chiusi, tra qualche anno combattano la guerra che noi abbiamo avuto paura di affrontare.
Nella foto c’è Mariana Zhaglo. Un’ucraina di 52 anni che, prima dell’invasione, ha smesso di essere madre e lavoratrice per prendere in mano un fucile. Oggi, per quello che se ne sa, è un membro della 241a brigata. La morale è che il destino, anche se lo ignori, ti viene a prendere in cucina.

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