Più i tempi si fanno difficili, più appare inadeguata la mentalità del nostro paese nel gestire ciò che presente e futuro di stanno proponendo. Il regalino agli evasori, il bonus monopattino, la leggina inapplicabile sui crimini universali, la pomiciata con balneari e tassisti, le polimicuccie sui social, la generale vaghezza di una cittadinanza distratta, mal si prestano ad affrontare crisi climatica, conflitti armati, il cambio degli assetti politici ed economici del mondo. Qui non abbiamo capito che la popolazione mondiale cresce, e che i popoli che si affacciano al benessere vogliono, e giustamente, fare anche loro un giro sulla giostra. Le materie prime, lo spazio, l’acqua, sono sempre le stesse e, se non si trovano dei partner per fare una politica comune di salvaguardia, bisogna mettersi in gioco da soli assumendosi la responsabilità di scelte difficili e, se serve, contro corrente.
Ci commuoviamo per le ragazze che piangono pensando al loro futuro, ma nei fatti non facciamo nulla per cambiarlo se non bisticciare sui social. Il vero cambiamento parte da ciascuno di noi. Nello smettere di accettare la partecipazione a questo gioco ridicolo. Nel lasciare nel loro brodo chi sulle fesserie ci campa, montando una storia su qualsiasi sciocchezza dietro la quale andiamo in centinaia di migliaia. Dobbiamo pretendere proposte operative, concentrarci su quelle, discuterle, ma poi promuoverle, anche se non sono perfette, anche se quella cosina da aggiustare, che ne non se ne può più di questo infinito chiacchierismo per cui si va a cercare il pelo dell’uovo ovunque per fare la figura dell’intelligentone. Cerchiamo tutti di essere più professionali, seri, operativi. Il resto verrà da sé, perché la classe dirigente si forma dal basso, ma quale classe dirigente stiamo formando se l’unica cosa che sappiamo fare è litigare su qualsiasi sciocchezza parlando a sproposito?
Per la prima volta nella storia, la distanza tra noi e il collasso del nostro paese è di poche generazioni. Questa scelta di vita sta condannando i nostri figli a un futuro di migrazione, nella migliore delle ipotesi, e i nostri nipoti a una posizione di subordinazione nei confronti di un mondo che cresce, evolve, lotta e produce, dove cacciano liberi popoli che hanno fatto della sopraffazione altrui la loro cifra esistenziale. Non è la prima volta che faccio questo appello, ma ora i segnali che prima erano più tenui, ora sono molto più evidenti. Cambiare o crepare che non ci sarà nessuna sostituzione etnica. Semplicemente, noi ce ne andremo e verremo dimenticati.
foto di Geoff Livingston
Originariamente su twitter, a questo link.
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4 commenti su “Teoria delle Rivoluzioni Interne”
Questo mondo dove il virtuale sembra più reale della vita vissuta non aiuta sicuramente. Nascere nella parte giusta del mondo è un privilegio spesso dato per scontato. I nostri ragazzi sono molto disillusi e pronti a migrare verso lidi più organizzati e meritocratici. In fondo, tutti guardiamo a dove (speriamo) si sta meglio.
La nostra è diventata una società edonistica, individualista dove l’esaltazione del sé è sempre più incoraggiata anche per scopi di mercato. Ripiegarsi su se stessi, sulla realizzazione esclusiva dei propri desideri ci ha portato spesso alla distorsione della realtà, ad abbracciare l’assurdo pur di ottenere il raggiungimento di ogni capriccio, anche, per esempio, considerare un figlio come un giocattolo. In una situazione di simile distorsione si smette di guardare al futuro per piegarsi sempre più sull’ immediato godimento del presente. Non si semina più, non si ha più visione. Di qui il declino. Ma ci sarebbero mille altre riflessioni da fare, mille altre cose di questi tempi su cui riflettere. Anche sul fatto che la storia ci ha insegnato tanto, eppure continuiamo a non ascoltare.
Sono molto pessimista e stufa. Non vedo una volontà di partecipare per cambiare le cose, come quando tutti ci impegnammo per far chiudere il buco dell’ozono, non capisco perché. C’è gente che sembra aver piacere a demolire, lamentarsi e non voler dare a nessuno la responsabilità, tantomeno a loro stessi. ovviamente, se appartengono a una qualche parte politica, sia mai che ne diano alla stessa, di responsabilità.
Ma se sei un CEO, un governante, un amministratore, ne hai per forza un minimo nel tuo ambito; ce l’ha il postino, l’insegnante, il cassiere… Le uniche persone responsabili di qualcosa sembra siano le donne quando le stuprano.
E’ anche Il mio grande timore. Mi sembra di vivere in un mondo in involuzione, non riesco a vedere qualcuno/ qualcosa in grado di fermare questa involuzione, questo arroccarsi su posizioni di comodo, ma che inevitabilmente saranno spazzate via dal resto che avanza, ( immigrazione/ cambiamenti climatici/energia) . Questa non capacità di portare avanti proposte, inclusive di collaborazione, di cambiamento in modo serio e fermo, mi fa molta paura che le prossime generazioni….Speriamo bene… ma